Sgarbi riammesso: rinviare il voto. Ma il Premier frena sullo slittamento

A dieci giorni dall’apertura delle urne, nuovi elementi di difficoltà si aggiungono per lo svolgimento delle elezioni regionali nel Lazio. E’ una situazione quanto meno fluida; per molti versi caotica. Mentre infatti la Corte Costituzionale respinge la richiesta di sospensione in via cautelare del decreto legge salva-liste presentata dalla Regione Lazio escludendo il rischio di un «danno grave e irreparabile» al regolare svolgimento delle elezioni regionali, la stessa Regione valuta un possibile rinvio del voto dopo la riammissione da parte del Tar della lista di Vittorio Sgarbi, Lista Rete Liberal. Sgarbi intende infatti chiedere di avere a disposizione quei giorni in più che i ricorsi gli hanno negato per fare la campagna elettorale.
Giorni di campagna elettorale che in base alla legge sono
15 ma che il decreto legge riduce a sei. Ma il rinvio che gli uffici della Regione stanno per ora vagliando come ipotesi, dovrà essere concordato con il governo. «Deciderò se andare fino in fondo dopo aver parlato con Berlusconi». ha detto ieri sera Sgarbi, che oggi appunto vedrà il premier. Il quale però ha intenzione di frenare il critico d’arte: nessuno slittamento, dice il Cavaliere.
A questo si aggiunge l’attesa, sabato, dell’ordinanza dei supremi giudici amministrativi di Palazzo Spada ai quali il Pdl di Roma si è nuovamente appellato per la riammissione della sua lista. Dal canto suo, il vice presidente della Regione Lazio Esterino Montino ritiene che « non cambia sostanzialmente lo scenario» per questo «prendiamo con serenità la decisione della Corte Costituzionale».
Secondo Montino «le decisioni ci sono, il Tar del Lazio ha escluso la lista Pdl Roma e ora si attende l’ordinanza del Consiglio di Stato prevista per sabato».
In tutto «si intreccia la riammissione della Lista di Sgarbi, dal quale non è ancora arrivata alcuna richiesta, attendiamo il Consiglio di Stato poi valuteremo il da farsi». Anche Sgarbi prende tempo per decidere e annuncia: «Certo che chiederò il rinvio delle elezioni.
Ho 36 ore di tempo per presentare ricorso e lo farò. Montino non tema, la mia richiesta di rinvio verrà formalizzata al più presto. Il nostro ufficio legislativo è già al lavoro». Ma non è detto che la richiesta di spostare il voto nel Lazio di qualche giorno sia possibile. I conteggi di corsi e ricorsi potrebbero certificare che i sei giorni rimasti a Sgarbi potrebbero essere sufficienti.
Una teoria sostenuta dal radicale Mario Staderini secondo cui «quella di Sgarbi nel Lazio mi sembra una boutade, un tentativo di forzare la mano indipendentemente da quelle che sono le regole». L’eventuale
rinvio del voto secondo la candidata del centrosinistra alla presidenza della regione Lazio Emma Bonino è possibile se riguarda«tutta Italia».
Renata Polverini dal canto suo dice: «Sgarbi può legittimamente chiedere di far slittare il voto ma io vado avanti». E quanto alla decisione della Consulta sul decreto sussurra: «Ogni tanto un colpetto a favore non guasta. Ci vuole un po’ di ottimismo».
Il segretario regionale dell’Udc, Luciano Ciocchetti. taglia corto: «Le chiacchiere stanno a zero. Rinviare le elezioni significa una cosa sola: uno spreco enorme, in termini di milioni di euro, di soldi dei cittadini», sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere regionale Pd. Alessio D’Amato: «Considero sagge le parole di Ciocchetti sul rinvio del voto. che dimostrano le stesse perplessità che ho avuto io. L’ipotesi del rinvio ha dei costi assolutamente rilevanti. Ogni decisione che verrà assunta dovrà tenere conto dei riflessi economici e della disaffezione che potrebbe provocare in un corpo elettorale già ampiamente disorientato».
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