Sgarbi difende preti e radicali

Dalla Rassegna stampa

Sgarbi incontenibile. L'ultima boutade dell'opinion leader (una volta si diceva battitore libero), nonché sindaco di Salemi (Tp) e critico d'arte, ha riguardato i funerali di Don Verzè, il prete manager del San Raffaele, morto “ad orologeria” proprio quando i libri contabili della sua fondazione stavano per essere spulciati a modino per capire il perché del crack finanziario di un'azienda tutto sommato sana all'apparenza (anche se un po' troppo pomposa nell'apparire). Dopo aver dichiarato l'altro ieri il suo dissentire sulla mancata nomina a senatore a vita di Marco Pannella. "Non si vedono speciali ragioni se non una ragion di Stato, per aver nominato, pur con indiscutibili meriti, Mario Monti senatore a vita. Ma dal momento che il Capo dello Stato ha deciso di attivare questa prerogativa, ci si chiede, sul piano comparativo e del merito politico (imparagonabile con qualunque altro vivente) perché Napolitano non abbia ancora provveduto, e incredibilmente esiti, ad attribuire il titolo di senatore a vita a Marco Pannella".

Detto questo, al funerale dell'altro ieri a Milano del prete manager Verzè, Sgarbi, a microfoni aperti, ha sostenuto che nulla di illecito è stato fatto in vita dal tanto discusso ex sacerdote, apostrofando come "coglioni", coloro i quali avessero sostenuto il contrario. Non contento, il primo cittadino del comune siciliano, ha voluto anche dire la sua sulla vicenda di Don Gelmini e delle presunte molestie ai danni di alcuni ragazzi. Non era lui a essere stato il soggetto degli atti di libidine, ma sono stati piuttosto i ragazzi a a farsi toccare deliberatamente. Dopo un breve (ma intenso) battibecco con un presente, lo show di Sgarbi è finito con le consuete urla di rito.

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