La sfida di Martini: "Bisogna ripensare il celibato dei preti"

«Ripensare il celibato dei preti». Prima l’arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, ora il cardinale Carlo Maria Martini riportano nell’agenda della Chiesa mondiale un tema che sembrava definitivamente accantonato. Da settimane, in risposta alla bufera mondiale degli abusi sessuali del clero, nel Sacro Collegio e nelle comunità nazionali (soprattutto nella Chiesa nord-europea e nel Terzo Mondo) si discute se non sia il caso di permettere ai sacerdoti di sposarsi. «Che cosa può fare la Chiesa per evitare in futuro nuovi casi di violenza e abusi a sfondo sessuale?». Se lo chiede il cardinale Martini. «Il giudizio del Santo Padre è assolutamente chiaro - aggiunge - oggi, nel momento in cui il nostro compito nei confronti
dei giovani e gli abusi contro di loro così scandalosamente si contraddicono, non possiamo tirarci indietro, ma dobbiamo cercare nuove strade». Insomma, «devono essere poste delle questioni fondamentali», e tra queste «deve essere sottoposto a ripensamento l’obbligo di celibato dei sacerdoti come forma di vita». Vanno «riproposte le questioni centrali della sessualità con la generazione odierna, con le scienze umane e con gli insegnamenti della Bibbia», perché «solo una, aperta discussione può ridare autorevolezza alla Chiesa, portare alla correzione dei fallimenti e rafforzare il servizio della Chiesa nei confronti dell’uomo». «L’obbligo del celibato per i preti dovrebbe essere ripensato», ribadisce Martini al quotidiano austriaco «Die Presse». «Le questioni di fondo della sessualità vanno ripensate alla base del dialogo con le nuove generazioni», aggiunge il cardinal Martini spiegando che «dovremmo porci delle questioni di base per riconquistare la fiducia perduta».
Secondo un sondaggio in Svizzera il 92% dei cittadini è contrario al divieto di sposarsi. «Voglia Dio che questo scandalo possa riaprire quanto prima il dibattito sul celibato obbligatorio per il clero diocesano - dice il domenicano Frei Betto, uno dei padri della teologia della liberazione -.Per la Chiesa il matrimonio è un sacramento, come lo è l’ordine sacerdotale. Non c’è nessuna incompatibilità tra matrimonio e sacerdozio. È il tabù sessuale dentro la Chiesa a contribuire a creare il retroterra culturale favorevole alla
nascita di aberrazioni come la pedofilia». Frei Betto spera «che la Chiesa cambi quanto prima la norma sul celibato obbligatorio dei sacerdoti». Anche gli scandali, sostiene, possono «rivelarsi utili» per fare passi in avanti nel miglioramento della vita ecclesiale. «Il celibato dei sacerdoti non è un dogma ma una norma ecclesiastica che può essere modificata in base alle condizioni storiche, sociali e culturali - evidenzia Frei Betto -.Nel Vangelo di Marco ad esempio si racconta che Gesù guarì la suocera di Pietro segno che l’apostolo era sposato. E Pietro non è solo uno dei dodici apostoli ma quello che fu scelto da Gesù come primo Papa».
Esponenti dell’ala progressista della Chiesa sudamericana hanno invocato più volte in queste settimane la convocazione da parte di Benedetto XVI di un nuovo Concilio, anche per abolire il celibato. E anche il valdese Paolo Ferrero, leader della Federazione di sinistra, chiede al Vaticano di abolire il celibato che «da questione ecclesiologica interna alla Chiesa cattolica è diventata una pratica pericolosa socialmente».
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