Sette italiani su dieci: col premier anni bui

Dalla Rassegna stampa

Ha perso appeal, e non poco. Al punto che sette italiani su dieci dicono che gli anni di governo di Silvio Berlusconi non sono stati affatto positivi. Lo sostengono le donne (il 71,29%) più degli uomini (69%): segno che le Naomi, le Ruby, le Olgettine e dintorni, un segno hanno lasciato, di rifiuto al femminile. Lo pensano soprattutto i giovani, dai 16 ai 24 anni: per il 77,9% Berlusconi e il suo esecutivo non hanno portato nulla di buono all'Italia. Mentre invecchiando, nella fascia d'età dai 55 ai 64, il giudizio negativo si attenua, seppure di poco: per il 37,6% il premier ha fatto bene, male per i162,4%. E poi ci sono le Regioni-"pollice verso": il Lazio (il 77,3%) esprime giudizio negativo, la Campania, la Sicilia, la Lombardia e pure il Veneto di Luca Zaia. Tutte in testa agli scontenti. Un piccolo record peraltro ce l'ha l'Umbria: che il governo non abbia combinato niente di positivo lo pensano 8 umbri su dieci. Altro dato sul consenso che ha attualmente il premier, è che piace ai meno istruiti (al 40%) e via via che sale il livello di formazione fino ai laureati il gradimento scende (al 29,9%).

Il sondaggio, realizzato da Ipsos, ha un valore in più: è una sorta di "clic" che gli italiani fanno su loro stessi. Una foto destinata al canale tv francese "France 24", che ne ha commissionato uno per ogni capitale europea, proprio in un viaggio conoscitivo che si chiama"European counters". Ai cittadini intervistati sono state poste domande sull'identità loro e del loro paese. Non solo quindi, sul governo, ma pure sulla società multiculturale. Oppure su cosa definisce al meglio l'identità italiana. Ebbene, cos'è? La storia, la cultura e l'arte per il 79,9%, seguita dal cibo e dal lifestyle per il41%. Per l'Italia che ha festeggiato i 150 anni di Unità della nazione, c'è poi una domanda ad hoc: se cioè le celebrazioni per l'Unità d'Italia abbiano rafforzato il sentimento nazionale. Lo hanno fatto. Ne sono sicuri soprattutto in Sicilia (72,17%) e abbastanza nel Nord est (45,2%). I meno entusiasti sono i sardi.

A presentare la ricerca oggi, al chiostro del Bramante alle 14, sarà tra gli altri Emma Bonino, la leader radicale e la più europeista per cultura e tradizione politica dei politici italiani. Tra le altre sorprese di come gli italiani vedono se stessi e chi gli sta attorno, sarà interessante sapere che oltre a essere convinti di essere ormai una società multiculturale (1 su 2), sempre per la metà degli italiani l'immigrazione rappresenta una leva di sviluppo. Anche qui, maggiore è l'istruzione più forte è questa consapevolezza. A fotografare i cambiamenti quindi sono i cittadini stessi. Impietosamente.

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