Sesso nichilista?

Dalla Rassegna stampa

La battaglia di chiese e religioni contro il vizio esaltato in tv è del tutto inutile. Meglio Petrarca Sfoglio l'ultimo numero di un settimanale - uno dei più quotati - e vedo che le sue pagine sono dedicate al sesso, nelle tambureggianti forme e declinazioni che assume nelle nostre società. Eh, sì, aveva ragione Freud a sostenere che il sesso è il motore della psiche profonda, non solo umana, o non solo ferina. E nonostante le piacevolezze sciorinate dai patinati settimanali, tale ineluttabilità lo rende oscuro, indecifrabile. Il sesso urge, sconvolge la psiche nelle sue fibre più nobili o infime.
Nell'odierno dibattito di stampo religioso si cerca di far passare la tesi che l'emersione del sessualismo, o pansessualismo, attribuito a Freud e ai suoi seguaci o interlocutori (penso al bistrattato Wilhelm Reich, già perseguitato a livello politico e oggi dimenticato) sia una conseguenza del nichilismo, di una cultura dimentica dei grandi valori etici e spirituali dell'uomo: combattendo il nichilismo le chiese pensano di sconfiggere anche pansessualismo, freudismo e appendici varie. A me pare che il ragionamento non stia in piedi, La tematica del/sul nichilismo è, tutto sommato, di tipo culturale, ideologico, soprattutto prettamente "occidentale", ecc., e non
vedo proprio cosa abbia a che fare con la tematica sessuale, (ri)messa in lustro da Freud ma con radici ben più profonde, per nulla culturali e piuttosto antropologiche, come sapevano già i greci. Suvvia, lo confessino: anche quelli che se la prendono con il nichilismo sanno bene che la sessualità è inestirpabile, assedia anche il prete. Molte culture hanno cercato di controllare il temibile istinto attraverso pratiche più o meno simboliche, dalle mutilazioni genitali femminili alla circoncisione, fino alla trasfigurazione e alla sublimazione. Niente da fare.
Il motore della società
Ma oggi c'è qualcosa di più, che non mi pare sia da attribuire al freudismo. Freud ha (ri)scoperto che l'eros, l'eros più pesante, profondo, incancellabile e incurabile, è un poderoso motore della psiche dell'individuo. Oggi ci accorgiamo che il sesso è motore anche della società, e in aspetti apparentemente lontani che dovrebbero rientrare nella sfera delle scienze economico-sociali. E mica per colpa degli intellettuali snob, quelli dell'individualismo sfrenato e sessuomane. No, l'eros, il sesso è pulsione di massa. Ne è interprete fedele -per dire - la televisione, quella italiana ce ne dà un perfetto modello. Non v'è programma, anche il più serio, dal telegiornale al talk show al dibattito culturalpolitico, nel quale manchi l'esibizione di "scintillanti grazie" (come ha scritto ieri Umberto Silva) e nudità provocanti (meglio: eccitanti). La presentatrice, l'annunciatrice, oltre che la velina, deve esibire il massimo possibile delle sue intime bellezze, fin quasi alla Sharon Stone (ricordate?).
Provate poi a immaginarvi a cosa si ridurrebbe la pubblicità senza la presenza del sesso -dissimulato o esibito - in ogni spot, siparietto, carosello. Questa presenza è persino calibrata sugli stimoli più decisamente subliminali, quelli scoperti dal sociologo Vance Packard nel suo "The hidden persuaders" (1957). Le tesi di Packard sono state ridimensionate, sembra che i messaggi subliminali non influenzino più di tanto i consumatori (o i cittadini, quando si tratti di politica).
Mettendo pure da parte Packard, credo si possa convenire che senza pubblicità, o con una pubblicità senza sesso, i consumi illanguidirebbero, l'economia entrerebbe in paralisi e la crisi ristagnerebbe. Per farci uscire da uno stallo che potrebbe mettere in pericolo gli equilibri sociali non mi pare che finora nessuno abbia individuato e suggerito un rimedio più efficace del rilancio dei consumi, con conseguente inevitabile ricorso alla pubblicità e ai suoi metodi di persuasione più o meno occulti.
Oddio, volendo infierire si potrebbe persino sostenere che, accanto al sesso, la società dei consumi e la sua tv si reggano su quasi tutti i vizi, capitali o veniali che siano: la gola (attratta dalle merendine), l'invidia (l'auto del vicino è sempre più "performante"), l'avarizia (il guadagno come mito ossessivo), ecc. Così succede che cristianesimo e islam, chiese e religioni che si combattono senza risparmio per il primato fino a farsi responsabili di un possibile "scontro di civiltà", a questo punto si alleano e insieme proclamano la guerra santa all'invasione della modernità dei
consumi fondata sullo stimolo sessuale, ecc. Strani connubi.
Dal canto suo, potrà mai gioire il laico constatando che non la virtù ma il vizio -  più o meno sadiano - tiene in piedi la società? Un bell'imbarazzo. Al poveretto, se volesse salvaguardare il suo io (se non proprio il sé) dalle intrusioni massificanti e fare almeno acquietare le pulsioni
della sua personale idra, non resterebbe che spegnere la tv e trovare conforto nella grazia bugiarda e un po' ipocrita, ma almeno elegante, dei sonetti del Petrarca.
 

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