Servizi segreti, Rutelli lascia il Copasir sfida ex premier-Veltroni per sostituirlo

La lettera di dimissioni di Francesco Rutelli apre ufficialmente la corsa, ma i giochi sono tutt`altro che conclusi. Perché le indiscrezioni sulla possibile nomina di Massimo D`Alema a presidente del Copasir - il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti - alla fine potrebbero avere l`effetto di bruciarlo. E favorire così Walter Veltroni, l`altro possibile candidato del Pd. Sembra incredibile, ma anche in questo caso è tra loro due che si gioca la partita e l`esito appare tutt`altro che scontato. La scelta «irrevocabile» di Rutelli di lasciare l`incarico - annunciata quando aveva abbandonato il Partito democratico ed era passato al gruppo misto - è stata comunicata venerdì, ma soltanto ieri resa nota, -proprio perché sono già cominciati i giochi per la successione. «Il mio è un atto non dovuto - chiarisce lo stesso Rutelli - ma l`ho deciso perché il Copasir possa proseguire il suo operato con linearità, senza incontrare alcun ostacolo di carattere politico». La poltrona spetta all`opposizione, dunque al Pd, perché l`Italia dei Valori sembra non avere chance, anche se il parere di Antonio Di Pietro certamente avrà un peso nel voto a scrutinio segreto. In genere il vertice del Copasir è stato sempre assegnato a un politico che ha ricoperto un incarico di governo ed è questo ad aver ridotto la rosa di nomi, soprattutto dopo che Franco Marini e Piero Fassino avrebbero fatto sapere di non essere interessati. Al momento è il sottosegretario con delega agli 007 Gianni Letta ad occuparsi di sondare maggioranza e opposizione sul nuovo presidente. Ed è proprio nel corso di questi colloqui che il nome di D`Alema si è imposto. L`obiettivo del Pdl appare evidente: favorire il politico che in questi giorni ha mostrato maggiori aperture sulla possibilità di cercare un accordo sulle riforme. Del resto il ministro degli Esteri del governo Prodi avrebbe anche l`appoggio dell`Udc e questo potrebbe garantirgli la nomina. Il problema sono le resistenze interne al suo stesso partito e la scontro sulla frase che lui stesso avrebbe pronunciato qualche giorno fa: «Alcuni inciuci sono stati molto importanti per la convivenza nel nostro Paese». Non è servito che poi precisasse di aver parlato di «compromessi utili», la polemica si è aperta ed è proprio questo che alla fine potrebbe costargli la nomina. Non a caso è il segretario, Pier Luigi Bersani, che in queste ore sta trattando, consapevole comunque che la votazione non arriverà prima di metà gennaio e tempi così lunghi possono avere un effetto negativo. Il rischio è che si ripeta lo schema seguito quando era stato candidato dal governo alla carica di ministro degli Esteri dell`Unione Europea, anche se poi Palazzo Chigi è stato accusato di non aver fatto nulla per favorirlo. Eloquenti appaiono le parole di Marco Pannella che nella conversazione settimanale a Radio Radicale afferma: «Mi pare che Berlusconi non abbia perso il vizio se, dopo averlo candidato alla massima responsabilità internazionale dell`Europa, oggi candida D`Alema a controllore parlamentare dei servizi segreti del nostro Paese, un ruolo in cui D`Alema, se vuole, può condizionare pesantemente anche i capi dei servizi stessi, controllando e vigilando sui loro indirizzi».
© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments