Serafin nuovo segretario generale del Senato. La prima volta di una donna ma è polemica. Il Pd: scelta leghista

Elisabetta Serafin è stata nominata segretario generale del Senato della Repubblica. È la prima donna dall’Unità d’Italia che raggiunge il vertice dell’amministrazione di un organo costituzionale. La nomina è stata decisa dal Consiglio di presidenza del Senato. Serafin, già direttore del Servizio Assemblea del Senato, sostituisce alla segreteria generale di Palazzo Madama Antonio Malaschini, nominato nei giorni scorsi consigliere di Stato. Serafin è stata eletta a maggioranza. A suo favore hanno votato 11 senatori, uno si è astenuto, e sei non hanno partecipato al voto. Degli 11 voti a sostegno, nove sono giunti da Pdl e Lega, uno dalla Pd Emanuela Baio e uno dalla Svp Helha Thaler. Si è astenuto Oliva dell’Mpa, mentre non hanno partecipato al voto sei senatori del Pd: Chiti, Bonino, Amati, Mongiello, Adragna e Stradiotto, che era assente. Nata a Roma nel 1958, Serafin approda al Senato nel 1985 classificandosi prima al concorso per consigliere parlamentare dopo aver vinto, solo un anno prima (classificandosi anche in quel caso in testa alla graduatoria), un concorso da dirigente alla Banca d’Italia. Per lei l’aria del Senato era familiare: il padre, infatti, era un commesso di Palazzo Madama. Dopo aver lavorato per più di un anno in commissione, nell’ottobre 1986 il nuovo segretario generale approda al servizio, d’Aula dove, per 18 anni con sei presidenti segue i lavori della Conferenza dei capigruppo, il «cuore» dell’attività legislativa del Senato, occupandosi anche della programmazione dei lavori di palazzo Madama. Nel 2003 viene nominata direttore del servizio Assemblea, incarico che ha ricoperto fino ad oggi insieme alla direzione dell’Ufficio del Regolamento.
Come traspare dalla votazione, la scelta della Serafin ha innescato una polemica politica. Per il Pd, infatti, si tratta di una concessione alla Lega (la vicepresidente Mauro è stata sua grande fan), mentre la maggioranza Pdl-Lega plaude all’elezione, e anche l’udc è soddisfatta. A favore, e dunque in dissenso con suo gruppo, si è pronunciata anche la pd Emanuela Baio: «Nell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia, aver eletto una donna è un segnale di crescita reale del nostro Paese. Non solo, ci sono due altre ragioni che rendono ancor più credibile dal punto vista democratico questa scelta: proviene da una famiglia semplice ed è una donna».
Assai più entusiasti i commenti del Pdl. «La nomina a segretario generale di una donna capace, preparata, di indiscussa esperienza e da sempre al servizio delle istituzioni è una buona notizia per il Paese», sostengono Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello: «Dispiace invece che chi ogni giorno fa sermoni sulla valorizzazione e il rispetto per il ruolo femminile abbia perso l’occasione di contribuire a questa giornata storica». E il leghista Piergiorgio Stiffoni assicura: «La nomina della dottoressa Elisabetta Serafin a segretario generale del Senato mi rende orgoglioso anche per le sue origini trevigiane, precisamente di Oderzo».
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