Sei leggi nell'agenda del Parlamento. Si riparte da intercettazioni e processi

Dalla Rassegna stampa

Archiviato, con soddisfazione, il risultato delle Regionali, il premier Berlusconi ha intenzione di mettere mano il più presto possibile alle riforme. Che saranno la cartina di tornasole dei rapporti di forra all’interno della maggioranza. L’iter più o meno accelerato dei provvedimenti dipende infatti dall’esito degli incontri in programma già in questa settimana. La "road map"dovrebbe essere stabilita durante l’incontro tra i leader del centrodestra, Berlusconi, Fini e Bossi che, al momento, almeno a parole, giurano di voler trovare l’intesa sulle riforme da varare nei prossimi tre annidi legislatura al riparo da consultazioni elettorali. Ma i desideri dei tre non coincidono del tutto.
Ci sono leggi come la riforma dell’Università e il nuovo codice della strada impantanate in Senato, tra le polemiche. tanto che il sottosegretario ai Trasporti Valducci pensa a un decreto legge per varare le regole
più severe sulle strade. Ma intanto il premier vuol portare a casa la riforma della giustizia, che tanto gli
sta a cuore. Dalla disciplina delle intercettazioni, in discussione in commissione a palazzo Madama, alla riforma del processo penale. Ma Berlusconi punta anche alla modifica della legge per l’elezione dei giudici del Consiglio superiore della magistratura e a introdurre la separazione delle carriere nell’ordinamento giudiziario. Terni siti quali la Lega è disposta a dare il via libera, in cambio de decreti attuativi sul federalismo fiscale, un impegno sul quale Rossi ha chiesto garanzie già all’indomani del voto, sul quale
tornerà a insistere durante la riunione con Benlusconi e Fini. E intanto, ha già lanciato un primo segnale, dicendosi disposto a venire incontri ai desideri del Cavaliere in materia di riforma istituzionale in senso presidenzialista.
Anche il presidente della Camera è disponibile a mettere in cantiere una serie di riforme. E, anzi, ha messo a disposizione del premier la sua capacità d i mediare tra il governo e la maggioranza, l’opposizione e il Quirinale. Al debutto, la sua "Generazione Italia", più che sottolineare le distanze, ha rilanciato l’impegno perle riforme, assicurando massima collaborazione. Resta però da vedere se la stessa disponibilità verrà assicurata anche in materia di giustizia, visto che già il finiano Fabio Granata, vicepresidente della commissione antimafia ha rivolto un appello al Senato e al Governo per difendere «la possibilità piena dell’uso delle intercettazioni nelle indagini per i reati connessi alla criminalità organizzata». E in Parlamento, a Montecitorio, stanno per approdare in aula avvenne due disegni di
legge cari al presidente della Camera, Gianfranco Fini. che riguardano la concessione della cittadinanza agli immigrati regolari e il testamento biologico. Se l’incontro trai leader del centrodestra darà i frutti sperati, si potrebbe raggiungere una mediazione sui ddl che potrebbero approdare in aula entro maggio. Dopo di che, si potrà affrontare il nodo delle riforme costituzionali, possibilmente, come sottolineano Fini e Rossi, «con il contributo dell’opposizione».

© 2010 Il Messaggero. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK