Se privato è meglio che pubblico

A me pare che tutto si possa fare su questa faccenda delle liberalizzazioni e privatizzazioni, tranne che procedere per schemi ideologici. Un esempio è la gestione dell'acqua. Credo abbiano ragione i vincitori del recente referendum a denunciare che i progetti del governo in tema di privatizzazione di risorse pubbliche vanificano il voto espresso nel referendum.
Però lo stesso fronte referendario accoglie poi con entusiasmo ogni attacco alla "casta" che gestisce le cosiddette municipalizzate. Via i partiti dalla gestione!È la parola d'ordine di tutti i "popoli" viola, arcobaleno o a pallini che siano. Benissimo. Vorrà dire che faremo gestire l'acqua dai soviet? Non si vedono Lenin in giro. Al massimo, Di Pietro.
Sull'altro fronte vi sono irriducibili teorici della vecchia tesi, cara ad ogni monopolista, che "privato è sempre meglio di pubblico". Vuole solo dire che ai fini del codice penale i profitti illeciti sono più difficilmente perseguibili delle brutali ruberie.
Per di più, come insegna l'esperienza, in caso di deficit l'assunto ideologico è revocato e il "pubblico" torna in auge. Al massimo ci sarà sempre qualche inflessibile teorico liberista che criticherà l'aiuto pubblico su qualche giornale di proprietà di un mancato beneficiato.
Resta in ombra la cosa più importante e meno ideologica ma più politica: la qualità del servizio per il cittadino e il suo costo. E un criterio di giudizio fondato sulla loro verifica.
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