Se il Palazzo è tutto on line

La rissa avvenuta alla Camera il 26 ottobre (oggetto: la moglie di Bossi) ha avuto due cronisti anomali: i deputati Andrea Sarubbi e Roberto Giachetti, entrambi del Pd. Il primo ha fatto un reportage dall'aula in diretta su Facebook: «Concia: fatela finita! Montagnoll: vai a cagare!». «Il leghista Rainieri urla come un ossesso. «Ecco, ora si menano», etc. Il secondo ha scattato con il cellulare e messo sul Web una foto dei cordoni di commessi che dividevano fisicamente gli onorevoli di Fli da quelli del Carroccio, come in curva sud.
A squarciare il Palazzo dall'interno aveva iniziato quattro anni fa Antonio Di Pietro con i video in cui raccontava il Consiglio dei ministri del giorno precedente. Era un primo tentativo - molto soggettivo - di "inside reporting" da parte dei decisori della cosa pubblica.
Con i loro reportage in aula, Sarubbi e Giachetti hanno fatto un passo in più, lavorando non solo per i propri lettori, ma anche per la propria reputazione on line: ai cittadini, sempre meno propensi a offrire deleghe al buio, piace molto l'idea che qualcuno racconti il Palazzo da dentro. Insomma, è probabile che in futuro vedremo dieci-cento-mille Sarubbi e Giachetti, quindi anche con punti di vista diversi, nell'auspicato processo verso una democrazia di cristallo.
Nel 2008, in campagna elettorale, un gruppo di Radicali aveva proposto ai suoi leader di installare una videocamera nella sede del partito, per mostrare in streaming e senza censure tutte le trattative per le liste, le alleanze, i candidati. Non se ne fece nulla - anche il coraggio di Pannella ha dei limiti - ma la strada sembra essere quella.
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