Se mamma si separa da mamma

Dalla Rassegna stampa

Questo è un piccolo passo per me» dice Maria «ma « forse può diventare un grande salto per tante coppie nelle nostre stesse condizioni». Maria, 44 anni, informatica milanese, è una mamma separata da un`altra mamma, Francesca, con due figli di 11 e di 9 anni. E la controversa
vicenda sentimentale delle due donne ha appena ottenuto un inedito timbro di ufficialità: perché il tribunale dei minori di Milano, con un decreto emesso alla fine di gennaio, per la prima volta nella storia giudiziaria italiana ha riconosciuto nella loro relazione omosessuale l`esistenza di effettivi «rapporti genitoriali» e di «uno schema tipicamente familiare».
La storia e la vita in comune di Maria e di Francesca iniziano nel 1993. Poi le due donne decidono di avere due figli e Francesca, attraverso fecondazione assistita, dà alla luce prima una bimba
nel 1999 e poi un bimbo nel 2001. Purtroppo, come capita anche in tante coppie eterosessuali, l`amore finisce. Nel gennaio 2004 Maria esce dì casa, ma per oltre due anni (in base a un accordo consensuale) continua a vedere i bambini e contribuisce al loro mantenimento. «Infine la situazione precipita» racconta Niccolò Giorgio Ciseri, legale di Maria. «Dal marzo 2006 le viene praticamente impedito di vedere i figli, mentre anche l`assegno di mantenimento viene rifiutato».
Maria soffre per la separazione, improvvisa e crudele, e tenta di mantenere un legame, ma inutilmente. Quindi nel giugno 2007 presenta un`istanza al tribunale dei minori e chiede l`affido congiunto dei due bambini, sia pure lasciandoli accanto alla madre biologica. I giudici si trovano così di fronte a un caso senza precedenti. «In punto di diritto» dice Ciseri «Maria non aveva alcuna legittimazione giuridica a presentare quella richiesta. Però il tribunale si preoccupa soprattutto del benessere e dell`equilibrio dei minori, pertanto decide di accertare la situazione».
Le udienze si susseguono. Vengono ascoltate le parti e per lunghi mesi si eseguono perizie sui bambini. Alla fine i consulenti tecnici del pubblico ministero, che ha guidato gli accertamenti,
sostengono che i due bimbi stanno bene, ma confermano «l`inequivocabile ruolo genitoriale» svolto da entrambe le mamme e propendono per una dei contatti. Il tribunale decide diversamente: pur riconoscendo che il disagio provato dai due bambini è «inquadrabile all`interno della conflittualità separativa che ha colpito le due figure, che da sempre sono state figure
di riferimento genitoriale», Maria, per ora, non deve tornare ad avere rapporti con i figli.
«Anche se non ho ottenuto l`affido congiunto» sostiene Maria «rifarei tutto quel che ho fatto. E farò comunque di tutto per poterli guardare negli occhi, prima o poi. Voglio che sappiano che non li ho mai abbandonati». La sentenza milanese è un precedente importante e cade in un momento assai caldo per il tema delle unioni gay. L'associazione Famiglie arcobaleno stima che le coppie omosessuali con figli, in Italia, siano circa 500. E il loro numero cresce di pari passo con le polemiche: «Chi riconosce le unioni omosessuali non è un buon cattolico» ha tuonato il 14 febbraio Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna. E in vista della cerimonia che si prepara
a Torino per il 27 febbraio, quando il sindaco Sergio Chiamparino unirà due donne gay in un matrimonio simbolico, il cardinale Severino Paletto ha lanciato i suoi strali: «Perché mai si vuole spingere il Parlamento a varare una legge che equipari le unioni civili alla famiglia fondata
sul matrimonio?».

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