Se finisce così ci rimettono tutti

Dalla Rassegna stampa

Le primarie? «Tutta salute per il Pd», diceva ancora l’altroieri Bersani, giustamente, anche per incoraggiare quelli, fra i suoi sostenitori, che non hanno digerito la sfida diretta con Renzi.
Ora non so se Bersani direbbe ancora la stessa cosa, perché in effetti ricorsi per vie legali e accuse reciproche offuscano non poco l’immagine potente e positiva di un partito che si apre al confronto fra progetti e fra persone, e ne rimette l’esito nelle mani dei cittadini.
È un danno grave. È un po’ come accadde a Napoli, con la spiacevole differenza che le ombre sulla legittimità del voto si allungano addirittura prima della scadenza elettorale.
Non è un caso se già ieri sera Renzi si sia detto disposto a ritirare il ricorso al garante della privacy: si rende perfettamente conto di quanto risulti antipatico il ruolo di chi passa dal confronto politico alle carte bollate. I suoi avversari hanno subito sottolineato questo aspetto.
È però anche comprensibile che la condizione posta per ritirare il ricorso sia la riapertura del dossier delle regole.
Come abbiamo scritto dal primissimo giorno, l’ansia di selezionare e restringere la platea dei votanti è in stridente contraddizione con la sincera apertura mostrata da Bersani fin dall’inizio. In particolare suona assurdo questo voler infliggere agli elettori delle primarie una trafila burocratica d’altri tempi, in un’epoca nella quale perfino gli atti più delicati possono essere risolti sulla rete.
Sono convinto che il prezioso 30 per cento che i sondaggi assegnano al Pd nasca in gran parte da quella giornata nella quale, nell’assemblea nazionale, Bersani vinse le resistenze dei suoi supporters più duri e Renzi lo ricambiò con un’esplicita dichiarazione di fiducia, accettando le regole (allora solo abbozzate) quasi a scatola chiusa.
Il segretario e il sindaco devono decidere se quel clima per loro è davvero superato. Se fosse così, se fosse finito il tempo del fair play, vorrebbe dire che è finita anche l’illusione che le primarie «sono comunque tutta salute». Allora potrebbero trasformarsi nel contrario, e ci rimetterebbero tutti.

 

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