Se la befana arriva alla Regione Sicilia

Dalla Rassegna stampa

Bastava andare alla posta perché ci dessero un orso di pelo, una bambola o un pallone», scrisse in Pensare coi piedi Osvaldo Soriano, ricordando con struggente nostalgia (lui, antifascista) gli anni dell’infanzia passati nelle sperdute contrade della Pampa aspettando l’arrivo del 6 gennaio nella certezza assoluta che il generale Perón e la sua soave sposa Evita non avrebbero dimenticato l’invio di uno di quei mitici palloni che «avevano qualunque forma tranne quella rotonda» ma rendevano pazzi di felicità tutti i monelli del Paese.

«Nell’estate del ’53 o del ’54 mi venne in mente di scrivergli. Evita era già morta e io mi ero messo il lutto. Erano poche righe e lui doveva ricevere così tante lettere che presto dimenticai la faccenda. Finché un giorno un camion della posta si fermò davanti a casa mia e scaricarono un pacco enorme con un biglietto breve: "Ti mando le maglie. Comportatevi bene e ricordatevi di Evita che ci guida dal cielo". E firmava Perón, di suo pugno. Nel pacco c’erano dieci maglie bianche con il colletto rosso e una gialla per il portiere. Il pallone era di cuoio, fiammante, come quelli che avevano i giocatori nelle foto de El Grafico ». Era la conferma, per il piccolo Osvaldo, che «il generale arrivava lontano, al di là dei fiumi e dei deserti. Noi ragazzi lo sentivamo potente e amico». Proprio come dicevano i cartelli appesi sui muri della scuola: «Nell’Argentina di Evita e di Perón gli unici privilegiati sono i bambini».
Ah, la Befana! Commossi forse da ricordi analoghi, anche alla Regione Sicilia non hanno voluto tradire i bambini. Non potevano accontentare tutti, certo: troppi pochi «piccioli». Ma come dimenticare i picciriddi dei dipendenti regionali? Preso il cuore in mano, il governatore Raffaele Lombardo e il suo fedele assessore alla presidenza Gaetano Armao hanno così fatto un decreto dove si riconoscono alle associazioni formate da dipendenti, come ha scritto sulla Gazzetta del Sud Francesco Celi, «privilegi surreali». Varati sotto il titolo di «Programma assistenziale per l’anno 2009 a favore del personale dell’amministrazione regionale in servizio o in quiescenza, dei loro familiari a carico, nonché dei titolari di pensioni dirette o di reversibilità...». Primo fra tutti, appunto, lo stanziamento di 170 mila euro per la «consegna dei doni della Befana a favore dei figli, dei minori in affidamento preadottivo e dei nipoti in linea retta, a carico del dipendente regionale, anche non aderente alle associazioni».

C’è la crisi? «Mavalà», come direbbe Ghedini. Ed ecco altri soldi ai dipendenti «per la gestione di impianti sportivi» e il programma «Tempo d’estate» e gli assegni di natalità e quelli di nuzialità e quelli «di lutto» (1.200 euro) concessi a una serie di aventi diritto in caso di morte e via così, di regaluccio in regaluccio. In fondo anche in Sicilia «privilegiati sono i bambini» ma pure la mamma, lo zio, il papà, il nonno...
 

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