Se anche il Corriere dice basta

Ormai opposizione e sindacati devono mettersi in coda come alle Poste per chiedere a Berlusconi di dimettersi, costretti ad attendere il loro turno dopo la Conferenza Episcopale, la Confindustria e perfino il ministro dell'economia.
Ad auspicare le dimissioni del governo si è aggiunto in prima persona anche il direttore del Corriere della sera Ferruccio De Bortoli. Tradizionalmente parco di editoriali ieri ne ha pubblicato uno per fare presente che anche a via Solferino hanno perso la pazienza. Eppure hanno provato a lungo a considerare il Cavaliere un male inevitabile vista la situazione. Il professor Giavazzi era arrivato a scrivere, non molto tempo fa, che Berlusconi, ormai commissariato dall'Europa, avrebbe dovuto per forza fare quel che serviva e dunque tanto valeva tenerselo. Ma il governo non ha fatto nulla e il Corriere ha iniziato a pubblicare ultimatum inascoltati. Allora ha alzato il tiro pubblicando direttamente la lettera della Bce. L'unico risultato è stato che l'opposizione si è divisa. Ieri De Bortoli ha prospettato l'arrivo di una nuova lettera europea, presumibilmente ancora più dura. E ha rotto un tabù descrivendo Bossi come «uno che non appare, anche agli stranieri, nel pieno delle sue facoltà». Il Corriere attende una risposta alla richiesta di dimissioni e elezioni anticipate. La situazione Berlusconi è quella che è, ma è anche significativo che i cosiddetti poteri forti non lo siano abbastanza da ottenere quella risposta che ancora tarda.
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