Scontro sugli "squadristi" anti-Fini Perina: siete più fascisti di noi

Dalla Rassegna stampa

 

La gaffe di Francesca Pascale, la consigliera provinciale del Pdl beccata mentre stava organizzando pullman per fischiare Fini a Mirabello, tiene alta la tensione fra i seguaci del premier e quelli dei presidente della Camera. Il Secolo d'Italia e Radio Capital intervistano Vitale Mattera, per fargli raccontare delle telefonate ricevute dalla Pascale per portare cinquanta giovani a contestare Fini e questi tira in ballo come "mandante" Michela Vittoria Brambilla. E Berlusconi cosa fa? Tanto per far capire da che parte sta, riceve proprio la Brambilla a colazione a palazzo Grazioli. Intanto sul sito di Generazione Italia i finiani aggiungono legna al falò: «Il ministro Brambilla annuncia querele. Non può farci altro che piacere. Dimostreremo in un'aula di tribunale la veridicità del nostro articolo di ieri, con tanto di testimonianze, acquisendo i tabulati telefonici e tutto quanto servirà ad accertare la verità».
La Pascale replica fornendo un'altra versione dei fatti: «Questo rappresentante dei finiani sta strumentalizzando una conversazione informale dove, nel rappresentargli il mio disaccordo sull'iniziativa di Mirabello, prospettavo il rischio che vi fossero delle manifestazioni di plateale dissenso organizzate proprio dagli stessi finiani per farli ricadere sul Pdl». Ma i finiani non mollano: «La Pascale ha inviato diversi sms a Mattera, prima per provare a organizzare i pullman, poi per dargli dei traditore dopo che Mattera ha denunciato il tentativo». Insomma, ingenuamente Pascale avrebbe lasciato traccia via sms dei suo tentativo di contestazione organizzata. Tanto che da Fli minacciano di chiedere alla magistratura di «acquisire anche i tabulati telefonici di Francesca Pascale, e chissà chi ha chiamato prima di parlare con Mattera». Una vicenda comunque imbarazzante.
Flavia Perina, direttrice del Secolo d'Italia, usa l'ironia e sul Post di Luca Sofri definisce i berlusconiani «più fascisti di noi». Intanto a Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi ha riunito ieri un consiglio di guerra per decidere le prossime mosse. Ed è prevalsa la linea dura.
Alla presenza di Ignazio La Russa, Denis Verdini, Daniela Santanché e Niccolò Ghedini, il Cavaliere ha infine deciso di alzare tutti i ponti levatoi. «Basta con le colombe, con Fini non ha più senso trattare». Il messaggio è stato recapitato anche ai leghisti che ancora ieri, con Roberto Cota, hanno parlato con il presidente della Camera. «I1 banco di prova sono i 5 punti, tutto il resto sono chiacchiere», ammette Paolo Bonaiuti. A riprova del pugno di ferro, viene mantenuta la data del "processo" ai finiani davanti ai probiviri: «Non c'è nessun slittamento», spiega Verdini al termine della riunione. Intanto a via dell'Umiltà con Brambilla, Valducci e Saltamartini - è tornato a riunirsi il tavolo del Pdl dedicato all'organizzazione delle "squadre" della libertà. «E partito il reclutamento dei 200 mila volontari», annuncia uno dei partecipanti. Il voto in primavera ormai è nell'orizzonte del Cavaliere.

 

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