Scontro Radicali-Formigoni «Firme false». «Propaganda»

Dalla Rassegna stampa

«Più di trecento firme false» tra quelle raccolte per consentire la presentazione del listino di Roberto Formigoni alle elezioni regionali dello scorso marzo. L'accusa arriva dai radicali della Lista Bonino che ieri a Milano hanno distribuito una copia dei moduli sottoscritti dai sostenitori del governatore. «Abbiamo commissionato una perizia calligrafica e l'esito è chiaro: più di 300 firme sono riconducibili alle stesse mani», ha spiegato Marco Cappato.
I radicali promettono denunce penali e invitano Formigoni a dimettersi: «Non poteva non sapere - dice Cappato -. Ma ha pensato bene di negare tutto e gridare al complotto. Ora deve dimettersi prima che la procedura faccia il suo corso. È una questione di parola data». Ancora più duro Marco Pannella: «Traiamo la conferma che, a regime sessantennale abbattuto, occorrerà che la democrazia italiana processi questa gente e che uno come Formigoni venga messo almeno per un po' in galera». «È la solita iniziativa propagandistica dei radicali, ai quali non intendo fornire alcuna eco», replica il presidente lombardo. «Facciano la querela che hanno minacciato e risponderemo in quella sede. Le loro affermazioni sono del tutto false, offensive e infondate. Gli elettori si sono pronunciati chiaramente, dando la vittoria a me e alla mia coalizione e nessuno riuscirà a rovesciare la loro volontà». Controreplica di Emma Bonino: «Formigoni lasci perdere il suo tono da lesa maestà e la sua impudente, quanto imprudente, chiamata in causa della volontà popolare».

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