Schulz semina vento ma raccoglie smentite

Martin Schulz continua a seminare vento e a raccogliere smentite. Ieri, in un`intervista rilasciata a Repubblica, il presidente dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo ha ribadito che dietro la mancata nomina di Massimo D`Alema alla guida della diplomazia dell`Unione europea ci sarebbe stato il mancato appoggio del governo italiano. Accuse gravi, che se confermate non potrebbero che rendere più difficile il già improbabile "confronto" tra le forze politiche del nostro Paese. Ma le parole di Schulz hanno trovato autorevoli e persino inaspettate smentite. Per primo, anche se potrebbe sembrare di parte, si è espresso il nostro ministro degli Esteri. «Sono bugie e tutta l`Europa lo sa» ha detto Frattini a margine di un convegno alla Farnesina, definendo Schulz il «il vero autore del fallimento clamoroso di D`Alema». Poco prima sul tema era intervenuto un altro «partigiano". il sottosegretario Paolo Bonaiuti: «E davvero fuori dal mondo - aveva sottolineato - che l`onorevole Schulz tenti di addossare al governo italiano la responsabilità della mancata nomina del presidente D`Alema ad Alto rappresentante della politica estera dell`Unione europea quando invece tutti, compreso Schulz, sanno bene che la scelta è stata determinata dal Partito socialista europeo. Ma; ormai, alle bugie di Schulz credono soltanto lui e la Repubblica». Il Ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi, ha rincarato: «Tutti sanno che il vero responsabile della mancata nomina del candidato italiano è soltanto il gruppo socialista di Martin Schultz. Le dichiarazioni di quest`ultimo appaiono, dunque, come un goffo tentativo di nascondere una verità a tutti ampiamente nota». Oltre a queste sonore smentite di centrodestra, la ricostruzione fornita da Schulz ha subito la bocciatura anche della vicepresidente del Senato Emma Bonino che in un`intervista a Radio Radicale ha spiegato: «La candidatura di Massimo D`Alema a mister Pesc è stata affossata dal Pse, è inutile che Schulz dica che non è così». La parlamentare eletta nelle liste del Pd ha poi spiegato che «a monte della mancata nomina di D`Alema ci sono due decisioni adottate dai governi, e cioè che le cariche di presidente dell`Ue e mister Pesc sarebbero andate a personalità non dirompenti, e poi che il Ppe si sarebbe scelto il presidente, mentre al Pse andava mister Pesc, secondo uno schema spartitorio che funziona da sempre nel Parlamento europeo». Bonino completa la ricostruzione osservano che «all`interno della famiglia socialista, per varie ragioni, la decisione è stata presa da Gordon Brown e da Zapatero. E inutile quindi che Schulz dica che non è così, la candidatura di D`Alema è stata affossata dal Pse. Con la nomina dell`ex commissario Ashton si affida al Foreign office, cioè uno dei servizi diplomatici più forti e consolidati d`Europa, la costruzione del servizio diplomatico europeo, che vedrà dunque un ruolo determinante di un paese che non è nell`Euro, non è in Shengen e che è tra i maggiori affossatori della politica estera comune».
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