Scajola si dimette, il Cav. sfodera la difesa d'ufficio e prova ad evitare rimpasti

Il problema ruota attorno a una domanda: come limitare i danni? Le dimissioni di Claudio Scajola sono precipitate a complicare un quadro di generale appannamento del governo e della maggioranza, già infiacchiti da quelle polemiche interne al Pdl con il presidente della Camera che sembrano avere stancato tutti, tranne i due contendenti. Una sorta di cessate il fuoco è stato firmato dai quadri intermedi anche grazie al lavoro di Fabrizio Cicchitto, ma i malumori di Palazzo Chigi si sommano a quelli specularmente neri del piano nobile di Montecitorio. Difatti nel Pdl ci si divide sul famoso ddl anticorruzione, mentre dagli ambienti giudiziari fiorentini arrivano inquietanti voci di novità nelle indagini ad amplificare un malessere diffuso. Il Cav. si lancia in una difesa d’ufficio di Scajola e ne accetta le dimissioni, ma tra strepiti e lacrime, ieri pomeriggio, il premier gli aveva chiesto di resistere almeno ancora un po’; quantomeno il tempo necessario a individuare una soluzione per sostituirlo,
Ma Scajola aveva già deciso lunedì sera, al termine di una riunione con la propria famiglia: come faccio a continuare così? Nel tardo pomeriggio di ieri la quadra a Palazzo Chigi appariva ancora lontana, troppi candidati per un ministero delicato come quello dello Sviluppo economico. Probabile un interim del premier, ma brevissimo, un paio di giorni al massimo. Sembra essere escluso un rimpasto di governo, che risolverebbe forse certe questioni di organigramma ma aprirebbe pericolose trattative con la Lega. Di sicuro l’eclisse di Scajola avrà degli effetti. Con lui, unico vero padrone di una corrente dentro la ex FI, rischia di farsi ancora più evanescente l’idea di un Pdl strutturato per come era stato un po’ confusamente immaginato da Cicchitto ma anche da Sandro Bondi, Raffaele Fitto e altri giovani ministri. C’è chi preme sul Cav. affinché venga nominato un uomo altrettanto forte, chiamato dal mondo dell’imprenditoria, ovvero - dicono gli antipatizzanti - "uno capace di tenere testa a Giulio Tremonti". Il trasversale partito antileghista, che comprende pezzi di FI e finiani, tifa infatti per una soluzione che sparigli.
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