Il Sappe chiede il decreto

Dalla Rassegna stampa

L'altro ieri il ventiduesimo suicidio in carcere dall'inizio dell'anno: "Mi uccido per non esservi più di peso". Ha lasciato detto in due lettere Gianluca Protino, 34 anni di San Severo di Foggia, alla convivente e alla madre, prima di suicidarsi nella cella in cui era richiuso nel carcere di Castrogno. Protino era detenuto da ottobre, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Dda di Bari per la contestazione di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Questo episodio spiega la concomitante pressione del sindacato della polizia penitenziaria, Sappe, e della deputata radicale Rita Bernardini, che da settimane sta conducendo uno sciopero della fame per sensibilizzare la polotica che ha cominciato a esaminare il disgeno di legge Alfano sugli arresti domiciliari per l'ultimo anno di detenzione e l'istituto della messa in prova. Invece urge un decreto legge: e lo chiedono sia i sindacati delle guardie di custodia sia la stessa Bernardini che ieri ha anche tenuto alla Camera una conferenza stampa ad hoc. Un decreto infatti taglierebbe la testa al toro delle polemiche strumentali. Il segretario del Sappe, Donato Capece, auspica che "si dia seguito con celerità alle parole dette il 6 aprile scorso dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per affrontare e risolvere il sovraffollamento delle carceri e i tragici casi di suicidio nei penitenziari, varando un decreto legge che preveda che coloro ai quali manca solo un anno di detenzione vengano consegnati alla detenzione domiciliare". Franco Corleone, garante dei diritti detenuti del Comune di Firenze, avanzerà in occasione dì un incontro a Bologna fra tutti i garanti italiani la proposta che tutti loro adottino "azioni non violente", come lo sciopero della fame, per affrontare la "grave situazione delle carceri italiane, in particolare il problema del sovraffollamento".
 

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