Il Santo Bunga

Dalla Rassegna stampa

È iniziata la beatificazione del bunga bunga e del suo santo patrono. Si riscrivono i fatti da piantare nella memoria collettiva, come nel 1994 quando «i giudici fecero cadere Berlusconi con un avviso di garanzia al G7 di Napoli». Non era il G7 ma un convegno Onu, non era un avviso ma un invito a comparire e non furono i giudici a far cadere il governo ma la Lega. Fiato sprecato: la vulgata di Arcore ha seppellito la realtà. Ora si tenta il bis. Tale Sabina Began, detta Ape Regina (chissà le operaie), si strucca e va a immolarsi in tv: Bunga bunga è il mio soprannome, dice fra le occhiaie, lui non c’entra nulla, non fa nulla e non sa nulla, nemmeno che io sono qui a proteggerlo e che lo amo con tutta me stessa.
 
Gli orfani di Beautiful hanno appena intaccato la scorta dei fazzolettini quando su un canale del diretto interessato (per chi è ancora sensibile a queste quisquilie) appare la pietra dello scandalo, Ruby. Non sarà stato facile convincerla a forzare la proverbiale ritrosia per rivelare che la sua vita è un susseguirsi di orchi che la usano e la maltrattano. Finché appare lui, il Santo Pagatore, prodigo di sorrisi & cauzioni in cambio di un semplice grazie. Ci sarebbero quelle 400 pagine di telefonate in cui Ruby parla come un’inviata a Crapulonia, ma gli sceneggiatori hanno pensato anche a questo: «Per non soffrire, fin da piccola mi sono inventata una verità parallela». Suggerirei un miglioramento della trama: le intercettazioni sono un gigantesco falso ordito da alcuni imitatori di Zelig passati al nemico. P.S. Se l’idea piace, sarebbero 7000 euro, ragioniere.

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