Sante alleanze? No, grazie

Nelle opposizioni comincia a insinuarsi il dubbio che la tattica del muro contro muro, dell'ostruzionismo appoggiato a manifestazioni di piazza a ogni riforma proposta dal governo, finisca col far pagare un prezzo più salato dei risultati che si spera di ottenere. Dopo l'ondata di dichiarazioni incendiarie sui provvedimenti di riordino del sistema giudiziario, per esempio, cominciano i distinguo di chi pensa che prima, almeno, bisogna leggere i testi che saranno presentati. A Carmelo Briguglio, di Futuro e libertà, che aveva promesso un "Vietnam parlamentare", l'ex ministro Adolfo Urso replica a muso duro, ricordando che per esempio il principio della separazione delle carriere era scritto nel programma elettorale in base al quale sono stati eletti i parlamentari del centrodestra. Pier Ferdinando Casini, dopo aver ripetuto il mantra contro le leggi "ad personam", ammette che "se il testo è serio ci siederemo al tavolo". A sinistra spicca la posizione dei radicali, che però è da sempre isolata in quello schieramento: bene la separazione delle carriere, benissimo la responsabilità civile dei magistrati, e alla fine, dice Rita Bernardini, una bella amnistia anche per risolvere il problema dell'affollamento delle carceri. Nel Partito democratico, dove ancora si insiste sulla prospettiva dell'ammucchiata antiberlusconiana, per ora prevale l'atteggiamento di repulsa pregiudiziale, che in effetti è l'unico sul quale quel variegato fronte potrebbe coagularsi, mentre su proposte di merito si spaccherebbe inevitabilmente. Tocca così a quelli che non vogliono annegare la vocazione maggioritaria del Pd nella santa alleanza antiberlusconiana, cioè in sostanza ai seguaci di Walter Veltroni, tenere viva la possibilità di un confronto di merito anche sulla giustizia. Per Giorgio Topini, discutere di giustizia "non è tabù", il che sarebbe un'ovvietà, che diventa invece un'affermazione coraggiosa nel clima che si è creato. D'altra parte, se tra i centristi si fa strada la tesi, sostenuta con vigore da Francesco Rutelli, che un intervento di sistema sulla giustizia "serve" e quindi le proposte del governo vanno discusse, può accadere persino che, nell'inseguimento dell'alleato sfuggente, il Pd sia costretto a partecipare al confronto. La tattica del no pregiudiziale a tutto e a tutti, che avrebbe dovuto sciogliere il governo, gli ha consentito invece di ampliare seppure di poco la sua millimetrica maggioranza, e qualcuno comincia e pensare che quella che sembrava un'autostrada è in realtà un vicolo cieco.
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