Salta il faccia a faccia in tv e Bonino grida al complotto. La candidata Pdl: avevo già avvertito, parliamo di cose serie

Cerca il pretesto Emma Bonino. Uno spunto anche minimo per polemizzare e, se possibile, per demonizzare l'avversario facendo intendere chissà quale complotto ai suoi danni. L'ultimo pretesto? La mancata partecipazione; di Renata Polverina alla Tribuna elettorale in onda su Raitre ieri mattina alle 9,30.
Ai microfoni di Radio Radicale la candidata del centrosinistra prima si è lamentata dalla fascia oraria di scarso ascolto, poi del fatto che è stata costretta a esporre il suo messaggio davanti a una sedia vuota. La vicepresidente del Senato ha evocato anche chissà quale strategia machiavellica dell'avversaria evocando il fatto che tanto «la Polverini va in onda quando vuole lei sui canali "Raiset"». Bizzarra tesi perché finora questo genere di polemiche sono sempre state sollevate nei confronti dei sindaci o dei governatori uscenti. Gli elettori romani ricorderanno che Francesco Rutelli, memore del suo crollo di consensi allorché accettò di incontrare Gianfranco Fini in un dibattito tv, le volte in cui si ripresentò da sindaco di Roma non accettò mai il faccia a faccia con i candidati dei centrodestra. Ma era un sindaco uscente e quindi aveva il vantaggio di una popolarità già acquisita in cinque anni di amministrazione.
In questo caso, invece, dato che le due candidate partono alla pari, dove sarebbe il complotto?
Non se lo sa spiegare neppure la Polverini. «Alle 7,50 - ha detto la candidata Pdl - ero all'ospedale Sant'Andrea per un impegno elettorale come sapevano i promotori della Tribuna». Immediatamente dopo al Quirinale con Napolitano, «si celebrava la Festa della donna. Quindi credo che per rispetto alla prima carica dello Stato, ma soprattutto per il rispetto delle donne di questo Paese avevo il dovere di essere presente a quella cerimonia».
E le accuse della Bonino di essere stata scortese? «Le rimando al mittente. Come altrettanto correttamente ha comunicato in diretta la conduttrice - spiega Polverini - avevo già avvertito nei giorni scorsi la redazione. La scortesia sarebbe stata non incontrare i lavoratori, gli operatori
sanitari, medici e pazienti che mi attendevano dopo aver dato loro la parola sulla mia presenza». Quindi, «nessun atto di scortesia. Sarebbe opportuno evitare di strumentalizzare anche questi episodi. Parliamo invece di cose concrete»
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