"Sakineh? Mai condannata alla lapidazione"

Dalla Rassegna stampa

“Sakineh non è mai stata condannata alla lapidazione e gli insulti a Carla Bruni sono un crimine: Mahmud Ahmadinejad arriva a New York preceduto da una raffica di interviste che puntano ad accattivarsi l'opinione pubblica rompendo l'assedio di critiche. Le dichiarazioni su Sakineh Mihammadi Ashtiani sono arrivate nel corso di una intervista a Christiane Amanpour sulla tv Abc. «Non capisco tutto questo interesse per una donna che vive in un villaggio iraniano», ha esordito il presidente, affermando che «la signora Mohamma di non è mai stata condannata alla lapidazione» e che se tale notizia si è diffusa è «per colpa dei mezzi di informazione americani che ne hanno dato una versione non corretta». Amanpour ha ribattuto, durate un vivace scambio di battute, che «la lapidazione c'era come dimostra che è stato il governo iraniano a bloccarla» ma Ahmadinejad ha negato: «Dovrei essere al corrente di quanto afferma ma non ne so nulla, poiché non vi è mai stata la sentenza di lapidazione anche tutto il resto non ha fondamento, è frutto della propaganda degli stessi assassini che adesso fanno i difensori dei diritti umani». Riguardo alla lapidazione, Ahmadinejad ha comunque ammesso che si tratta di «un metodo vecchio che necessita cambiamento». Quando la Amanpour ha ribattuto: «E delle esecuzioni capitali cosa dice?». La risposta è stata: «Tutte bugie, da parte dì gruppi dei diritti umani che non sono mai venuti in Iran». L'intervento su Carla Bruni è arrivato invece dalle colonne del quotidiano «Iran Se Kayahn», il cui direttore è nominato da Ali Khamenei, la Guida Suprema della rivoluzione islamica, aveva definito la moglie del presidente francese «una prostituta», ora Ahmadinejad afferma: «Sí tratta di attacchi paragonabili a crimini, si tratta di affermazioni che l'Islam non consente, contrarie alla regione». La difesa di Carla Bruni da parte di Ahmadinejad appare collegata al caso-Sakineh, perché il «Kayhan» l'aveva definita «prostituta italiana» proprio a seguito delle critiche che la First Lady di Francia aveva rivolto alla lapidazione. Ahmadinejad inoltre recapita alla Casa Bianca la richiesta di «liberare otto iraniani detenuti in America».
Il passo del presidente della Repubblica Islamica coincide con il ritorno in America di Sarah Shourd, liberata da Teheran dopo essere stata accusata di «spionaggio» per essere entrata illegalmente dall'Iraq nel luglio del 2009 assieme a due suoi amici ancora imprigionati. «Rilasciarla è stato un gesto di grande umanità da parte nostra - dice Ahmadinejad parlando alla tv Abc - e dunque non sarebbe fuori luogo se gli Stati uniti rispondessero con un gesto umanitario liberando gli otto iraniani che detengono». Il presidente iraniano non ha specificato di chi si tratti né da quanto tempo sarebbero in prigione in America ma aver messo sul piatto questo argomento lascia intendere la volontà di continuare gli scambi di persone.
Nel 2009 fu Teheran a liberare l'americana Roxana Saberi dopo averla condannata ad otto anni di prigione per spionaggio, poi nel luglio scorso gli Stati Uniti hanno fatto partire Shahram Amiri, uno scienziato nucleare che ha accusato la Cia di averlo in precedenza rapito in Arabia Saudita. Fu proprio il ritorno di Amiri a Teheran a innescare l'ipotesi di un rilascio dei tre ragazzi californiani arrestati al confine con l'Iraq ma l'Iran ha poi deciso di lasciar andare solo Shourd. Ad avvalorare l'ipotesi che Ahmadinejad punti a fare leva sullo scambio di prigionieri per stabilire un dialogo con gli Stati uniti su basi di parità ci sono le rivelazioni giunte ieri dall'agenzia Fars sull'avvenuta cattura in Beluchistan di «sette soldati americani e due guide iraniane» che avrebbero passato illegalmente i confini di Afghanistan e Pakistan.

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