Sacconi da falco a colomba

Fra gli esponenti del PdL, la posizione attuale dell'ex ministro Maurizio Sacconi è del tutto particolare. Non è tanto per il fatto che nel suo partito, dove ha giocato più volte il ruolo del “falco” nei confronti del centro sinistra, si trovi oggi ad appoggiare il governo Monti.
Se l'intervista di ieri al Corriere della Sera ufficializza la conversione a "colomba ", non è forse quella la cosa più importante che Sacconi dice a Enrico Marro. Parla dell'articolo 18 e di pensioni e dice «Condivido al cento per cento l'impostazione di Monti».
Difficile pensare che il neo premier abbia fatto salti di gioia leggendolo. Non solo perché la popolarità di Sacconi fra gli elettori del centro sinistra è pari a quella di Moggi fra i tifosi dell'Inter. E nemmeno solo perché è imbarazzante che venga rivendicata una continuità di politica rispetto al governo del Cavaliere. L'insidia sta nel merito delle cose che Sacconi rivendica in continuità con le sue scelte.
D'accordo con la flessibilità in uscita da ottenersi attraverso il dialogo sociale, mentre sulle pensioni di anzianità è meglio non toccare quasi nulla, come del resto ha fatto il governo dimissionato. Il problema è che proprio sul nodo dell'età pensionabile la lettera dell'Unione Europea insiste come un punto qualificante e Monti non potrà permettersi di aggirarlo, pena rischiare di fare la fine del governo che lo ha preceduto. Cosa che forse a Sacconi non dispiacerebbe poi tanto.
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