S'è svegliata l'Agcom. Indagini sui talk show e multe a Tg1 e Tg5

Dalla Rassegna stampa

Arriva il pugno di ferro dell’Agcom. Dopo l’inchiesta interna su Innocenzi, l’Agcom starebbe indagando anche sullo stop ai talk show con i politici sulle reti Rai. Ma, soprattutto, il Garante ha sanzionato TgI e Tg5 perché ritenuti squilibrati in favore del Pdl. Altro che par conditio, insomma, dice l’Agcom che, peraltro, sembra essersi risvegliata improvvisamente, dopo il coinvolgimento di uno dei propri commissari nell’affaire scoperchiato dalla procura di Trani. Tra i nomi finiti in quella inchiesta, però, il più grosso rimane quello di Silvio Berlusconi il quale, ieri, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma che ha confermato le ipotesi di reato già formulate dai colleghi pugliesi: concussione e minacce.
Centomila curo a testa. Tanto costerà al TgI e al Tg5 il «forte squilibrio informativo tra le forze politiche, in particolare tra Pdl e Pd». Nel prezzo è inclusa anche la «marginale presenza delle nuove liste che si sono presentate alle elezioni». Il tutto, spiega ancora lo stesso Garante, «in violazione del richiamo già rivolto alle emittenti ad attuare il riequilibrio dell’informazione nei notiziari». La decisione è stata presa alla unanimità, dopo l’esame dei dati del monitoraggio del periodo tra il 14 e il 20 marzo. Infine, è stato «rivolto un richiamo a tutte le emittenti ad attuare un immediato riequilibrio dell’informazione entro la chiusura della campagna elettorale». Come è ovvio, non sono mancate le reazioni. La Rai e il Tg1 hanno fatto sapere di voler impugnare la delibera del Garante. Dal tg diretto da Augusto Minzolini, in particolare,
la sanzione è stata definita «sorprendente». Dai dati dell’Osservatorio di Pavia, infatti, emergerebbe addirittura «il problema di un riequilibrio in favore del partito di maggioranza rispetto al Pd». Ma la decisione del Garante è andata di traverso anche alla concorrenza. E, dunque, anche Mediaset e il tg di Clemente Mimun annunciano ricorsi.
Si vedrà come andranno, ma già nella serata di ieri il Garante ha replicato: «I dati sul pluralismo sono pubblicati sul sito dell’Agcom e a disposizione di chiunque voglia consultarli». Dunque, il garante va all’attacco dopo essere stato investito dalla bufera scoppiata a causa della inchiesta di Trani che ha lambito uno dei commissari della stessa Autorità, Giancarlo Innocenzi, per alcune pressioni che avrebbe ricevuto da Berlusconi per far sospendere la trasmissione di Michele Santoro, Annozero. E proprio Berlusconi ieri è finito nel registro degli indagati della Procura di Roma per i reati di concussione e per violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario. Il fascicolo è nelle mani del procuratore capo, Giovanni Ferrara, che seguirà gli accertamenti insieme all’aggiunto Alberto Caperna e ai pm Roberto Felici e Caterina Caputo. Da piazzale Clodio ieri parlavano di «atto dovuto» e «imposto dalla legge» dopo l’arrivo degli atti inviati dalla Procura di Trani. I magistrati romani ora dovranno esaminare le carte - un fascicolo composto da un migliaio di pagine, incluse le intercettazioni telefoniche - senza compiere nuovi atti istruttori. Quindi, dovranno inviare gli atti al Tribunale dei ministri dopo aver deciso le richieste che dovranno essere fatte. La procura, infatti, dopo l’esame delle carte ed entro 15 giorni, può chiedere l’archiviazione o una ulteriore attività istruttoria. Spetterà al Tribunale dei ministri, entro 90 giorni, procedere alla formulazione definitiva delle richieste e di rispedire le carte alla procura.
«I reati di cui è accusato Berlusconi a Trani sono gravi, la concussione non è uno scherzo», ha commentato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Il quale, però, subito dopo ha avvertito: «Se questi
reati si rivelassero inesistenti mi piacerebbe che chi li ha formulati e chi li ha fatti uscire poi se ne assumesse le conseguenze». Ma, attacca Marco Pannella, vista la campagna elettorale che sta portando avanti, «Berlusconi si sta rendendo responsabile di ben altro. Si sta comportando con un chiaro tentativo di sovversione».

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