Sì alla nomina per la Sanità Cota sceglie Zanetta

Dalla Rassegna stampa

Chissà se il suo passato democristiano e il fatto di essersi occupato di sanità pubblica sotto giunte regionali di diverso colore politico (da Bresso a Cota) hanno in qualche modo agevolato la sua nomina e la quasi assenza di polemiche da parte del centrosinistra. Quello che Giampaolo Zanetta, nominato dalla giunta Cota nuovo direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute, non poteva immaginare era che la sua nomina avrebbe innescato l’offensiva di Fratelli d’Italia per spingere il governatore, e il resto della maggioranza, a procedere anche alle nomine del sottogoverno già scadute. Ci sono nomine strategiche: le partecipate che fanno capo al sistema di Finpiemonte. E nomine di secondo livello, quelle in programma oggi in Consiglio regionale che, se effettuate, possono diventare il cavallo di Troia per ottenere le prime.

L’intesa con l’Università
È stato l’assessore alla Salute, Ugo Cavallera, a proporre il nome di Zanetta dopo averlo concordato con il rettore dell’Ateneo, Gianmaria Ajani. L’ex assessore Monferino lo aveva voluto alla guida della Federazione di Torino Sudest e adesso è stato scelto per prendere il posto di Angelo Del Favaro superando la concorrenza di Dall’Acqua, Rabino, Dore e Pasino. Una nomina che per la storia personale di Zanetta si può in qualche modo considerare bipartisan. Per dirla con il radicale Giulio Manfredi «il dc doc Cavallera ha nominato il dc doc Zanetta». Si spiega anche così l’irritazione di Fratelli d’Italia.

Il pressing dei FdI
«Siamo in difensiva - spiega il consigliere Massimiliano Motta - e abbiamo timore del centrosinistra forcaiolo ancora prima di iniziare la campagna elettorale». Da qui il pressing sulla maggioranza: «È nostro dovere avere coerenza sui principi e sull’autorevolezza dell’operato della giunta sino alla fine, anche sulle nomine per non paralizzare le aziende partecipate e gli enti regionali collegati». Motta ha in mano un promemoria con le nomine definite urgenti dagli uffici e che sono già state licenziate dalla competente commissione. Si va dal presidente del collegio dei revisori dei conti del centro del restauro della Venaria Reale ai 5 sindaci dell’Agenzia per le adozioni regionali, fino al rappresentante nel Comitato regionale dell’Inps. Secondo Motta «c’è la necessità di garantire la continuità di funzionamento degli enti, di ottemperare ad obblighi legislativi».

La galassia Finpiemonte
Il ragionamento di Fratelli d’Italia è semplice: se oggi il Consiglio procederà alle designazioni, allora sarà più facile «non lasciare nel guado e in regime di prorogatio le società partecipate che devono poter agire con pieni poteri». La galassia di Finpiemonte, appunto. Si tratta di venti aziende che operano nel campo dell’energia, dei rifiuti, dei parchi tecnologici e della logistica che rappresentano uno strumento importante nel governo della regione. Sono in scadenza i vertici dell’interporto di Orbassano che insieme a quello di Novara (revisori dei conti) sono strategici nel sistema della logistica e dei trasporti. E poi ci sono Snos e Nordind da dove passano i destini industriali nel torinese e tra Biella e Vercelli. In scadenza anche i vertici di Barricalla che gestisce il principale impianto di smaltimento rifiuti industriali d’Italia.
Nei giorni scorsi era stato l’assessore all’Innovazione, Agostino Ghiglia, ad annunciare la volontà di «rispettare la legge» e di procedere alle nomine. Ma la sua volontà si deve essere arenata nella palude dei dubbi del resto della maggioranza. Per Monica Cerutti (Sel) «le parole di Motta sono la prova tangibile del nervosismo e della frammentazione del centrodestra». E per il radicale Silvio Viale «una giunta illegittima lancia abusivamente i saldi di fine stagione per tentare di piazzare qualche amico nelle posizioni chiave di sottogoverno».

 

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