La Russia nella Wto accorcia le distanze

Vent'anni fa si sciolse l'Urss. Sulle prime sembrò scontato che la Russia, sua erede principale, avrebbe aderito automaticamente al campo vincitore, l'Occidente. Non andò così, come sappiamo: e i 18 anni di tormentate trattative che il 15 dicembre si concluderanno per accogliere i russi nella Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, so no lo specchio di una distanza reale che non avrebbe potuto scomparire in un soffio. Diffidenza, orgoglio nazionalista, oggettivi problemi economici, protezionismo, ritorsioni: non è un caso che l'ultimo ostacolo, rimosso in questi giorni, sia stata la minaccia di veto di una Georgia protagonista solo tre anni fa di una guerra contro i russi. Ora si calcolerà il bilancio dei costi e dei benefici per il mondo industriale russo e per gli imprenditori stranieri, e si dirà che l'ingresso della Russia nella Wto farà crescere gli investimenti e l'attenzione verso un Paese che si impegna a rispettare determinate regole. La corruzione, la mancanza di trasparenza e di una competizione onesta non scompariranno in Russia grazie alla Wto. Ma questo è un passo verso la comunità internazionale, non lontano da essa: più credibile, forse, proprio perché è stato un passo sofferto, e non è nato nello spazio di un mattino.
© 2011 Il Sole 24 Ore. Tutti i diritti riservati
SU