Il ruolo dei migranti nella nostra economia - Lettera

Dalla Rassegna stampa

Cara "Liberazione", cosa avrà visto Emma Bonino in visita, con i suoi compagni radicali, con Savino Pezzotta, nei Centri di identificazione ed espulsione? Avrà visto lo spavento di gente sgomentata fra le sbarre di fredda ferraglia. Avrà trovato immigrati avviliti e ingiustamente detenuti, costretti a far scorrere un tempo lento, insensibile e senza costrutto. Avrà trovato sporcizia, trasandatezza, condizioni igieniche desolanti. Un umano che viene sacrificato, punito, da una legge assurda, inconcepibile. La vicepresidente del Senato propone civilmente con forza uno sciopero nazionale dei migranti. La nostra economia prospera grazie all`apporto di braccia e di intelligenze venute da lontano: le genti diverse si mischiano quotidianamente a noi cittadini autoctoni, ci danno calore, significato, e ragioni vivide per continuare a vivere. I flussi migratori andrebbero gestiti con dolcezza, con morbidezza, nella consapevolezza che essi sono benedetti e ineludibili. Per cominciare, un governo più accorto dovrebbe annullare l`orripilante "reato di clandestinità", dovrebbe rivedere tout court l`indecorosa politica dei respingimenti in mare, dovrebbe pianificare una sanatoria globale, la regolarizzazione per tutti gli extracomunitari presenti sul suolo italico (e non solo per badanti e colf). Marco Pannella, da sempre nobile difensore della Carta dei diritti umani, ebbe a dire tempo fa, a proposito delle nuove cittadinanze, che un essere umano giunto da noi, dopo aver sfidato i marosi e la morte, già all`approdo doveva essere considerato cittadino italiano. Al governo ci vorrebbero "visionari" liberali come Marco per decodificare con amore le varie emergenze umanitarie, antropologiche. Per intanto, noi cittadini italiani, nel prossimo futuro, potremmo organizzarci, vestirci di viola e sventolare le bandiere di libertà contro le chiusure e le ostilità del pensiero dominante. Le proteste di piazza non devono limitarsi alle questioni delle giustizia: questo governo di centrodestra è pieno di falle, di punti deboli, che vogliono una educata ma ferma opposizione.

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