Ruby, Pd e Udc incalzano il premier: vada dai giudici

Dalla Rassegna stampa

 «Io sono innocentista, però Berlusconi si deve spiegare con i magistrati, deve rispondere ai giudici, se no nessuno lo crederà innocente. Deve difendersi nel processo, non dal processo». A dirlo, nella scia delle polemiche sul caso Ruby, è Pier Ferdinando Casini il quale aggiunge che il premier «dovrebbe evitare di parlare di complotti che sono una cosa che fa ridere e a cui nessuno crede». Il leader dell’Udc, ospite di Fabio Fazio a "Che tempo che fa", ha affermato inoltre che sulla vicenda della giovane marocchina il Cavaliere «si è aggrovigliato nelle sue contraddizioni. Pure la "fidanzata" è scomparsa dal binocolo». Il fatto è che, secondo Casini, Berlusconi «si è barricato nel Palazzo. Non ha più voglia di governare, non ci crede nemmeno lui alla possibilità di risolvere i problemi. Vuole soltanto rimanere al potere. Oltretutto sembra che abbia perso la trebisonda, va sempre oltre le righe. Chi vince le elezioni deve guidare il Paese, governarlo ma non è il padrone del Paese».
 
Anche per Massimo D’Alema «bisogna uscire al più presto da questa condizione ormai insostenibile. Non c’è Paese civile al mondo - sostiene l’esponente del Pd - in cui un premier nelle condizioni di Berlusconi resti al suo posto». Per il presidente del Copasir, «siamo di fronte a un potere politico ché si erge al di sopra della legalità. È un attentato alla Costituzione». L’ex premier ricorda poi che «il presidente israeliano, quando fu accusato di molestie verso alcune sue collaboratrici, si dimise». D’Alema ha anche parlato di «condizione particolarmente allarmante dell’Italia» e di «danno enorme» che viene fatto al Paese da un «governo dimezzato», osservando che Berlusconi «vuole trascinare i giudici sul terreno della politica, vuole farne un nemico politico, ma avverte - noi non staremo a questo gioco. Del resto, anche il Pdl, alla fine, ha rinunciato a fare la sua manifestazione contro i magistrati di Milano». Da parte sua, l’Idv, con il portavoce Leoluca Orlando, afferma che «la fuga di Berlusconi davanti ai giudici è un’ammissione di colpa, perché un cittadino innocente sarebbe corso dal proprio giudice a discolparsi dopo accuse così infamanti».

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