Ru486, lo stop del Senato divide il mondo politico

Dalla Rassegna stampa

Stop dal Senato alla RU486. La commissione Sanità di Palazzo -Madama ha approvato a maggioranza - con 14 voti a favore di Pdl e Lega e otto voti contrari del Pd - il documento finale dell’indagine conoscitiva sulla pillola abortiva, nel quale si chiede di fermare la procedura di immissione in commercio della Ru486, in attesa di un parere tecnico del ministero della Salute circa la compatibilità con la legge 194. Conclusa l’indagine, la palla passa ora al governo: «La decisione comparirà nei resoconti parlamentari, verrà inviata agli organi di governo e da loro discenderà in che misura tenerne conto. Noi abbiamo una funzione di indirizzo e proposta. L’indagine conoscitiva serve a far maturare in chi la svolge gli esatti termini di una vicenda», ha spiegato Antonio Tomassini (Pdl), presidente della commissione e relatore del documento in questione. Il quale ha anche espresso il suo voto a favore: «Era doveroso - ha spiegato - in quanto ero il relatore della mozione. Ho votato anche da uomo che esprime un’opinione politica e da medico che opera in questo settore». Lo scorso settembre la commissione Igiene e Sanità del Senato aveva dato parere favorevole all’unanimità a un’indagine conoscitiva sulla pillola abortiva, dopo il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alla vendita. Deliberando l’autorizzazione alla commercializzazione, il Consiglio di amministrazione dell’Alfa ha ritenuto di dover precisare, a garanzia e a tutela della salute della donna, che l’utilizzo del farmaco è subordinato al rigoroso rispetto della legge per l’interruzione volontaria della gravidanza (L. 194/78). Soddisfazione è stata espressa dal presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: «Abbiamo voluto e ottenuto che sulla pillola Ru486 si facesse chiarezza. Troppi erano e sono ancora - ha detto i dubbi che legano la sua somministrazione alla salute delle donne. Per noi lo stop è una vittoria di civiltà, una vittoria in difesa della salute». Gli fa eco il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione: "Dobbiamo ricordare che in questi temi deve sempre prevalere il principio di precauzione. Stavolta diciamo noi "giù le mani dalla 194", una legge da applicare di più nelle parti in cui tutela la salute della donna». Su tutt’altra linea il presidente dei deputati del Pdl: «Francamente non condivido il blocco richiesto dalla commissione Sanità del Senato nei confronti della pillola Ru486» ha detto Fabrizio Cicchitto, per il quale l’Aifa «del tutto tecnica e neutrale» avrebbe agito «in modo del tutto regolare e legittimo». Chiede chiarezza la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro: «Credo che in questa vicenda, per ragioni di natura politica ma senza avere il coraggio di dire che non vogliono la commercializzazione della pillola, il governo stia facendo una serie di chiacchiere. Credo che sia giunto il momento di dirci che cosa vogliono realmente». «Palese è il tentativo di scaricare sull’Agenzia del farmaco la responsabilità di un iter giudicato sbagliato e che noi riteniamo corretto», ha detto la senatrice Dorina Bianchi, dimissionaria dalla commissione Sanità a favore del collega Ignazio Marino, dopo aver "imprudentemente" appoggiato l’indagine conoscitiva sulla RU486. La radicale Donatella Poretti, firmataria di una mozione che - nel rispetto dei regolamenti dell’indagine conoscitiva - non è stata votata, ha espresso il suo rammarico per una decisione che "nega l’evidenza" dice. «La maggioranza ha confermato così l’uso improprio delle istituzioni piegando le stesse alle priorità politiche e ai richiami delle gerarchie cattoliche». Il documento approvato "è un mero atto di indirizzo politico che suggerisce al governo passi come quello dell’arbitrato che già poteva fare, ma che fino ad oggi non ha fatto perché manca il supporto scientifico".

© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK