Rovesciamenti

Che cosa succederebbe se la scienza scoprisse che l’uomo è destinato a evolversi in scimmia?
Belle notizie sul fronte della scienza. E anche su quello dell’evoluzionismo (il che, in tempi di rampante antidarwinismo creazionista, è un vero miracolo).
RIFORME
Cominciamo dalla scienza, dove finalmente si registra l’avvio dell’attività di ricerca dello LHC (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra rimasto bloccato, subito dopo l’entrata in funzione, a causa di un guasto tecnico. Lo LHC è l’acceleratore di particelle più grande al mondo, capace di ricreare in laboratorio dicono - le condizioni esistenti al momento della nascita dell’universo, o pressappoco. Giorni fa, nel tunnel circolare di 27 chilometri che alloggia gli strumenti, due fasci di protoni sono stati fatti viaggiare e poi scagliati l’uno contro l’altro a una velocità prossima a quella della luce, con l’impiego di una energia calcolata in 7 Teravolt ("Tera" è termine che viene dal greco e significa "mostro", tanto per capire l’enormità delle misure in gioco). La frantumazione dei protoni conseguita nella collisione porterebbe a riprodurre - dicono - il contesto nel quale circa 14 miliardi di anni scoccò la fatale scintilla del Big Bang da cui nacque l’universo. Ci si attende anzi che lo strumento ci faccia incontrare il cosiddetto bosone di Higgs, una particella essenziale - dicono -perla formazione della materia così come la conosciamo, e
che per questo è soprannominata "particella di Dio". L’ironica espressione fa trapelare una scienza non aliena da un pizzico di orgoglio faustiano, di fronte al quale Darwin diviene un devoto chierichetto. Dopo l’antidarwinismo avremo l’antíbosonismo? Possibile. La scienza si sta avvicinando a scoperte epocali, in questo campo di sicuro. La chiesa, le chiese, dovrebbero essere assai caute nell’appoggiare o nel polemizzare con l’una o l’altra teoria scientifica "in progress". La scienza ha questo di caratteristico ed essenziale, che ogni sua nuova scoperta può modificare del tutto l’impianto di una teoria, anche forte, già professata, e perfino rovesciarla. La scienza seria anzi lo prevede espressamente: questi ripensamenti, cambiamenti di fronte, di prospettiva, ecc., sono mutazioni insite nel suo gene, e dunque non mutazioni - per dire genetiche,
Un po’ nel gioco funambolico dell’assurdo, io mi diverto a prospettare l’ipotesi che la teoria della creazione ex nihilo (alla quale concettualmente si rifanno anche le ricerche del Cerri) possa venir del tutto ribaltata, nel senso che si potrebbe scoprire che la creazione è avvenuta sì, ma all’incontrario: all’inizio dei tempi, il mondo era costituito nella sua forma angelica, quella che Teilhard de Chardin preconizzava come fine dell’evoluzione umana; poi, lentamente, man mano, si è verificato un continuo scivolare indietro che vedrà, alla fine, il trionfo dei primati quali compimento di una umanità depotenziata e intristita: un processo che noi (ma non Dio, che ha altri parametri di giudizio) potremmo definire di involuzione. La scimmia, insomma, sarebbe non un nostro antenato deragliato e caduto fuori dei binari ma il nostro punto di arrivo, la nostra mèta di uomini in dissoluzione: il che fino a oggi non è accertato né supposto da alcuna teoria scientifica, ma si potrebbe già intravedere da certe osservazioni che si possono fare agevolmente circa il cammino dei costumi, dell’etica privata o pubblica, quale viene testimoniato dalla TV. Un moralista un po’ pessimista, una Cassandra in delirio, non avrebbero difficoltà ad arrivare a conclusioni così pessimistiche. Oppure, più plausibilmente: se, invece del Big Bang, scoprissimo l’Eterno ritorno nietszchiano?
Se il Cern ci dicesse che non esiste un Bosone dì Higgs né una particella di Dio e che la materia, o la materia-energia, sempre modificandosi, non ha avuto alcuna origine? Che insomma non c’è una creazione istantanea, ma l’universo come noi lo conosciamo ha avuto prima di sé altri universi, a noi inimmaginabili, in una catena all’infinito? E’ una possibilità che in linea teorica la scienza non può scartare. Ma no, suvvia, forse possiamo addirittura immaginare che il nuovo strumento, con la sua eccezionale potenza, arrivi finalmente a fornirci l’anello di congiunzione tra scienza e fede: risalendo
indietro nei tempi, potrebbe spalancarci l’ultima porta, l’ultima finestra dell’universo, e farci penetrare nelle sue più segrete stanze, Lì, magari, il padreterno sta leggendo un suo ponderoso libro o sta dormicchiando su una vecchia poltrona. E lui, che ha il dono innato della prescienza, potrebbe a quel punto, sollevati gli occhi e carezzandosi la fluente barba bianca, esclamare: "Ah, siete arrivati. Vi stavo giusto aspettando".
Anche in tema dì evoluzionismo ci sono novità formidabili, che modificano il darwinismo ma confermano la grandezza di Darwin. E allora, a presto.
Belle notizie sul fronte della scienza. E anche su quello dell’evoluzionismo (il che, in tempi di rampante antidarwinismo creazionista, è un vero miracolo).
RIFORME
Cominciamo dalla scienza, dove finalmente si registra l’avvio dell’attività di ricerca dello LHC (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra rimasto bloccato, subito dopo l’entrata in funzione, a causa di un guasto tecnico. Lo LHC è l’acceleratore di particelle più grande al mondo, capace di ricreare in laboratorio dicono - le condizioni esistenti al momento della nascita dell’universo, o pressappoco. Giorni fa, nel tunnel circolare di 27 chilometri che alloggia gli strumenti, due fasci di protoni sono stati fatti viaggiare e poi scagliati l’uno contro l’altro a una velocità prossima a quella della luce, con l’impiego di una energia calcolata in 7 Teravolt ("Tera" è termine che viene dal greco e significa "mostro", tanto per capire l’enormità delle misure in gioco). La frantumazione dei protoni conseguita nella collisione porterebbe a riprodurre - dicono - il contesto nel quale circa 14 miliardi di anni scoccò la fatale scintilla del Big Bang da cui nacque l’universo. Ci si attende anzi che lo strumento ci faccia incontrare il cosiddetto bosone di Higgs, una particella essenziale - dicono -perla formazione della materia così come la conosciamo, e
che per questo è soprannominata "particella di Dio". L’ironica espressione fa trapelare una scienza non aliena da un pizzico di orgoglio faustiano, di fronte al quale Darwin diviene un devoto chierichetto. Dopo l’antidarwinismo avremo l’antíbosonismo? Possibile. La scienza si sta avvicinando a scoperte epocali, in questo campo di sicuro. La chiesa, le chiese, dovrebbero essere assai caute nell’appoggiare o nel polemizzare con l’una o l’altra teoria scientifica "in progress". La scienza ha questo di caratteristico ed essenziale, che ogni sua nuova scoperta può modificare del tutto l’impianto di una teoria, anche forte, già professata, e perfino rovesciarla. La scienza seria anzi lo prevede espressamente: questi ripensamenti, cambiamenti di fronte, di prospettiva, ecc., sono mutazioni insite nel suo gene, e dunque non mutazioni - per dire genetiche,
Un po’ nel gioco funambolico dell’assurdo, io mi diverto a prospettare l’ipotesi che la teoria della creazione ex nihilo (alla quale concettualmente si rifanno anche le ricerche del Cerri) possa venir del tutto ribaltata, nel senso che si potrebbe scoprire che la creazione è avvenuta sì, ma all’incontrario: all’inizio dei tempi, il mondo era costituito nella sua forma angelica, quella che Teilhard de Chardin preconizzava come fine dell’evoluzione umana; poi, lentamente, man mano, si è verificato un continuo scivolare indietro che vedrà, alla fine, il trionfo dei primati quali compimento di una umanità depotenziata e intristita: un processo che noi (ma non Dio, che ha altri parametri di giudizio) potremmo definire di involuzione. La scimmia, insomma, sarebbe non un nostro antenato deragliato e caduto fuori dei binari ma il nostro punto di arrivo, la nostra mèta di uomini in dissoluzione: il che fino a oggi non è accertato né supposto da alcuna teoria scientifica, ma si potrebbe già intravedere da certe osservazioni che si possono fare agevolmente circa il cammino dei costumi, dell’etica privata o pubblica, quale viene testimoniato dalla TV. Un moralista un po’ pessimista, una Cassandra in delirio, non avrebbero difficoltà ad arrivare a conclusioni così pessimistiche. Oppure, più plausibilmente: se, invece del Big Bang, scoprissimo l’Eterno ritorno nietszchiano?
Se il Cern ci dicesse che non esiste un Bosone dì Higgs né una particella di Dio e che la materia, o la materia-energia, sempre modificandosi, non ha avuto alcuna origine? Che insomma non c’è una creazione istantanea, ma l’universo come noi lo conosciamo ha avuto prima di sé altri universi, a noi inimmaginabili, in una catena all’infinito? E’ una possibilità che in linea teorica la scienza non può scartare. Ma no, suvvia, forse possiamo addirittura immaginare che il nuovo strumento, con la sua eccezionale potenza, arrivi finalmente a fornirci l’anello di congiunzione tra scienza e fede: risalendo
indietro nei tempi, potrebbe spalancarci l’ultima porta, l’ultima finestra dell’universo, e farci penetrare nelle sue più segrete stanze, Lì, magari, il padreterno sta leggendo un suo ponderoso libro o sta dormicchiando su una vecchia poltrona. E lui, che ha il dono innato della prescienza, potrebbe a quel punto, sollevati gli occhi e carezzandosi la fluente barba bianca, esclamare: "Ah, siete arrivati. Vi stavo giusto aspettando".
Anche in tema dì evoluzionismo ci sono novità formidabili, che modificano il darwinismo ma confermano la grandezza di Darwin. E allora, a presto.
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