Il Rosario del finto bipolarismo

Dalla Rassegna stampa

Modificando di qualche piccola - ma sostanziale sillaba - il famoso slang di Jannacci in "Vengo anch'io? Si tu, si !", si ottiene il quadro di quanto sta accadendo nei corridoi degli edifici che ospitano le nostre istituzioni parlamentari. Già ! Qualche giorno fa il presidente dell'Antimafia, l'On.le Beppe Pisanu, intervistato dal Corriere, aveva detto che il bipolarismo va salvato. Una frase adottata e ripetuta, poi, come un mantra (ovvero una specie di rosario yapa yoga) dai politici del Pdl e del Pd.
In vero, il bipolarismo potrebbe essere salvato: se però il bipolarismo in Italia ci fosse. In effetti; nel 2008 sembrò che finalmente nel Parlamento italiano ci fossero soltanto cinque partiti, tutti dotati di un consistente numero di deputati e di senatori (tranne l'Udc, che dovette accontentarsi di una piccola pattuglia). Da un lato Pdl e Lega, dall'altro Pd e Idv In mezzo soltanto l'Ude, a fare la guardia in solitaria al bidone centrista. Eppure, ad analizzarla bene, la situazione non era così semplice. II Pd aveva fatto da contenitore elettorale per l'arrivo in Parlamento di esponenti dei Radicali, della Union Valdôtaine e della Südtiroler Volkspartei, nonché di singoli ospiti legati a qualche altra sigla come Luciana Sbarbati, leader dei repubblicani europei. Analoga situazione nel Pdl, nelle cui liste c'erano un paio di repubblicani e i liberali -democratici diniani- oggi senza Lamberto Dini - visto che l'ex premier si è poi iscritto al Pdl, rafforzati dal "brillance" 0,23 per cento conquistato alle Europee 2009. Senza contare l'apparentamento al Sud con l'Mpa di Raffaele Lombardo.
Quasi tutti questi graditi ospiti provenienti dalle liste bloccate - previste dal Porcellum si sono poi,invece, iscritti al gruppo misto. Gruppo misto, poco a poco, infittitosi di altri profughi politici per osservare i movimenti dei quali occorre il microscopio (alzi la mano chi, prima della recentissima corsa all'ultimo voto del governo Berlusconi, conosceva l'esistenza del partito Noi Sud, nato da scissione nucleare dell'Mpa). Poi è nato l'Api di Rutelli. Ma Ciccio-bello non fa più notizia perché partorisce regolarmente, ogni nove mesi, come la Loren in "La contrabbandiera" di sigarette nel dopoguerra. Ma almeno, forse, il nome definitivo, l'ha scelto. Perché con "Api si vola: si, da un polo all'altro" !. Nel contempo, Paolo Guzzanti, improvvisamente inorriditosi come un gesuita - per la proficua e produttiva (per il Paese) amicizia di Berlusconi con Putin, agitando la criniera all'urlo di "mignottocrazia!", ha riesumato da un vecchio armadio il drappo tarlato dei Partito liberale. In questo modo il parlamentare ha fatto la figura di quello che guarda la pagliuzza nell'occhio dell'altro, fingendo di ignorare la trave che è nel suo. Ma si sa che la riconoscenza è merce rarissima in questo mondo. Poi, la frana finale del tanto decantato bipolarismo: nascita del gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia.
Così, per iniziativa del repubblicano Francesco Nucara i partiti formato mignon -finora noti soltanto a pochissimi esperti miniaturisti- sono diventati oggetto di una frenetica conta da parte di chi vuol permettere a Pdl e Lega di prescindere, alla bisogna, dai voti dei finiani. In buona sostanza: ogni volta che si torna a parlare di riforme elettorali, ecco che subito l'attenzione e catturata dà parole come bipolarismo, governabilità, semplificazione del panorama politico o, addirittura, bipartitismo. Ogni legge sperimentata. in Italia, però, ha dimostrato che se sono pochi i partiti che apparentemente giungono in Parlamento, in realtà ed in men che non si dica, nascono subito nuovi raggruppamenti “scissionisti”.
E non appena la maggioranza si sfarina ai punto che si deve contare l'ultimo voto, ecco che gruppi piccini - imbarcatisi "clandestinamente" prima delle elezioni nella stiva dei partiti maggiori - escono dai boccaporti : ed iniziano a sventolare le loro determinanti bandiere. Allora, mentre si ascolta attoniti questo o quell'altro che pensa che riproponendo i collegi uni nominali, oppure testando il proporzionale con sbarramento, oppure copiando dalla Francia il doppio turno, oppure reinserendo le preferenze si possa sale migliorare un bipolarismo che non c'è (l'unico reale bipolarismo della Seconda Repubblica è tra berlusconismo e antiberlusconismo), si rimane rapiti dal disinvolto muoversi dei piccoli partiti.
L'Mpa ha perso pezzi (con il citato movimento Noi Sud) e governa la Sicilia cambiando alleanza ogni pochi mesi. Nei fatti, invece, a Roma è favorevole ad appoggiare il governo così come è favorevole a farlo anche Noi Suda Ma guai a convergere insieme sotto lo stesso cappello dei "responsabili" ideato da Nucara! Intanto proprio i due deputati repubblicani, il segretario Nucara e Giorgio La Malfa, sono pure in disaccordo su una quisquilia: la fiducia al governo. E la Sbarbati, da anni rifugiata a sinistra, ma ora acquartierata, nel gruppo misto del Senato, sembra intenzionata a rientrare nella casa madre del Pri, dove i due inquilini attuali, Nucara e La Malfa, si azzannano quotidianamente. Ah, ma sì certo! Quasi me ne dimenticavo : la "tal riforma elettorale" garantirebbe il bipolarismo, la governabilità, la semplificazione dei panorama politico....

© 2010 il Lab socialista. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK