Rondolino contro l'Istat totalitario

«Boicottiamo il censimento», è il titolo di un intervento di Fabrizio Rondolino sul sito internet che gestisce insieme a Claudio Velardi, The Front Page. Il censimento, con il suo questionario, viene ritenuto dall'autore una intrusione illegittima nella vita cittadini, inutilmente costosa, sostanzialmente inutile, chiaro sintomo di ideologia totalitaria. Del resto a chi non è capitato di trovare un po' noioso compilare quei questionari? Però nella logica di domande tipo «a che ora uscite di casa?» si può ragionevolmente trovare una utile indicazione per l'assessorato al traffico piuttosto che una intromissione nel privato degna della Stasi. E così le infinite minuziose domande per acquisire dati che nutriranno le statistiche necessarie a fotografare lo stato del paese. Non si può evocare il totalitarismo per questo, a meno di non considerare la scienza statistica impraticabile in democrazia. Ma Rondolino è persona intelligente e si spiega. Il problema è che a chiedere tutte queste cose è lo Stato e se il cittadino non risponde paga pegno. Terribile. Fosse un questionario sul tipo di aperitivo preferito, nessun problema. Tanto, giustamente, ci si può sottrarre. Perché al censimento no? E Rondolino scende in campo contro il totalitarismo dell'Istat. Del resto, era la Tatcher a dire che «la società non esiste, esistono gli individui». Ed era la "Lady di ferro ", che governò più di dieci anni. In cui ci furono due censimenti. A noi toccano gli "individualisti alle vongole ".
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