Roma, già scatta lo scontro sullo spoglio delle schede

I partiti che sostengono Renata Polverini hanno schierato i "gladiatori", 5.000 in tutto il Lazio, addestrati per verificare la regolarità del conteggio dei voti. Il Partito democratico e le altre forze della coalizione di Emma Bonino hanno risposto chiedendo ai loro rappresentanti di lista massima attenzione. Per oggi si attende un lungo e delicato spoglio delle schede. Tutto nasce dalle affermazioni di numerosi esponenti del Pdl: nei casi in cui dovesse comparire. accanto all’indicazione della scelta del presidente. la preferenza con un nome non candidato, il voto dovrà comunque essere ritenuto valido. Il timore è che il caos causato in provincia di Roma dalla mancata presentazione della lista del Pdl, possa ingenerare in molti elettori confusione. Dal Pd romano e laziale. dopo essersi consultati con Pier Luigi Bersani, hanno risposto: la legge parla chiaro, scrivere il nome di qualcuno che non è candidato può essere un modo per rendere riconoscibile il proprio voto, intervengano il ministro Maroni e il prefetto Pecoraro.
Cosa ha detto la prefettura di Roma? Venerdì ha fornito una spiegazione ufficiale in una circolare: «Si rappresenta testualmente che la giurisprudenza prevalente del Consiglio di Stato è comunque ferma nel ritenere che è nullo il voto che contenga l’espressione di preferenza per un nominativo che non corrisponde a quello di nessuno dei candidati, costituendo siffatta erronea indicazione un palese segno di riconoscimento del voto». Ha aggiunto però che «per tipo di errore e per la collocazione del nominativo», in alcuni casi «possa ritenersi che si tratti esclusivamente di un errore dell’elettore dovuto ad ignoranza».
La decisione finale, per ogni scheda, spetterà al presidente di seggio. Ma i rappresentanti di lista, caso per caso, potranno fare registrare la contestazione. Ieri si sono inseguite le differenti interpretazioni. Emma Bonino: «Ho trovato un simpatico manuale della Lega Nord che spiega bene la legge e dice che se un signore non si è candidato in nessuna lista la scheda è nulla perché potrebbe essere un tentativo per far riconoscere il proprio voto». Dal Pd, il segretario regionale, Alessandro Mazzoli: «Le falsità ripetute anche da alcuni esponenti del Pdl non possono cancellare la realtà. fatta di regole precise. I voti attribuiti a nominativi assenti nelle liste elettorali sono nulli, senza possibilità di equivoci. Chi sostiene il contrario cerca irresponsabilmente di confondere i cittadini e di alzare la tensione. sperando nel caos. Il Pd vigilerà nei seggi con i suoi rappresentanti di lista e i suoi parlamentari affinché il voto degli elettori non venga falsato da chi vuole, ancora una volta. forzare le regole». Dall’altro fronte, hanno parlato dirigenti di primo piano del Popolo della libertà. Fabrizio Cicchitto, presidente di deputati del Pdl: «La circolare del Prefetto di Roma, che a sua volta si richiama ad una sentenza del Consiglio di Stato del 2006, dà chiaramente indicazione per il favor voti: va sempre salvaguardata la volontà dell’elettore e quindi, nel caso in cui l’indicazione della preferenza a fianco del simbolo non corrispondesse al nonne di un candidato in elenco, deve essere comunque ritenuto valido il voto di lista». Maurizio Gasparri,
presidente dei senatori del Pdl: «Non si giochi ad imbrogliare ulteriormente, non siamo disposti
sul piano della legalità e della difesa della democrazia a tollerare ulteriori provocazioni. Non bastano i pacchi bomba e le minacce di ogni tipo. Si vorrebbe ulteriormente sabotare la legalità repubblicana?».
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