Rivoluzione rosa nel Lazio: tutti tifano Emma e Renata

Renata e Emma, probabilmente. Si sta profilando all`orizzonte una possibile sfida tutta al femminile alle prossime regionali del Lazio tra Renata Polverini ed Emma Bonino. È tutto da definire, soprattutto per quanto riguarda la Bonino, mentre per la Polverini è vicina la fumata bianca, ma la sola ipotesi che quello laziale possa essere uno scontro rosa viene salutata con grande favore. Emma e Renata piacciono, e anche tanto, non solo, evidentemente, perché un duello al femminile è raro nelle nostre consultazioni elettorali, quanto perché sono "portatrici sane" di un valore tanto auspicato di recente dal nostro capo dello Stato. Parola di Pier Paolo Segneri, della Giunta di Radicali italiani: «Il presidente Giorgio Napolitano ha auspicato la costruzione di un nuovo costume politico: ebbene, le due probabili candidate ne sono la quintessenza: sono donne che hanno dimostrato di saper parlare a tutti, si sono accreditate, ognuna nel proprio ambito, come interlocutrici di tutti e non solo di una parte. Ancora, sono trasversali alle generazioni e alle classi sociali, l`una sempre sulle barricate per i diritti degli "ultimi", l`altra capace di rappresentare i diritti di tutte le categorie lavoratrici. Accomunate, insomma, dalla capacità di dare battaglia sulla dignità delle persone». Emma e Renata piacciono e soprattutto si apprezzano, spiega ancora Segneri, e sono garanzia di una campagna elettorale senza veleni, senza coltello tra i denti. Finalmente: «So, e non da oggi, che Bonino e Polverini si stimano e questo rappresenterebbe un valore aggiunto per la corsa alla Regione Lazio. Perché sarebbe la garanzia di un confronto non tra due "curve" ma sui problemi reali della vita dei cittadini del Lazio». In buona sostanza, Emma e Renata riporterebbero al centro del dibattito elettorale la politica vera «senza ricorrere alla delegittimazione dell`avversario. Sono sicuro al cento per cento che anche nelle fasi più dure non ci sarebbe denigrazione mai tra loro». Spiega Segneri: «Si potrebbero fare con loro le prime "prove tecniche" di un`impostazione elettorale all`americana: Obama e la Clinton si affrontano e si scontrano, ma poi, deposte le armi, "fanno squadra" sulle questioni che contano per il bene del paese. Ecco, la leader radicale e il segretario dell`Ugl hanno la statura giusta per introdurre anche da noi un salto di qualità del genere». E poi si tratterebbe di due candidature "libere": «libere dai lacci e lacciuoli correntizi dei due diversi contenitori politici che le esprimono: penso che entrambe avrebbero la forza per non essere schiacciate dalle logiche interne dei vari partiti il giorno dopo l`elezione». Insomma, porterebbero una ventata di trasversalismo che non guasta. Anzi, è auspicabile: «Entrambe dimostrano una belle tempra di riformatrici in un sistema un po` vecchio e ingessato come ancora è il nostro». Renata candidata coi fiocchi per il ministro della Gioventù Giorgia Meloni: «Sarebbe un governatore veramente al servizio dei cittadini, soprattutto per il suo lungo impegno sociale a favore dei lavoratori e della famiglia». È bello, soprattutto, che siano due donne, la Polverini e la Bonino, ad essere considerate le "salvatrici" di una politica arenatasi nelle secche del gossip degli scandali. Renata e Emma sono avvertite oggi come due personalità in grado di riuscire nell`impresa di ricucire "lo strappo" tra elettori e politica, di ridare fiducia alle persone dopo i fatti che hanno travolto l`immagine dell`ormai ex governatore Marrazzo. «Solo due donne come loro potrebbero ripristinare questo patto di fiducia», dice chiaramente Barbara Saltamartini, responsabile delle donne e del Pdl. «Ma quello che mi piace di più di loro è che si tratta di due soggetti politici doc: entrambe hanno ottenuto i loro successi per il lavoro svolto all`interno di percorsi definiti, dimostrando capacità d`ascolto e determinazione nel voler affrontare problemi veri e difficili». Se il duello auspicato si trasformasse in realtà? «Sarebbe una dimostrazione di maturità da parte dei partiti scegliere "questo" tipo di donne, impegnate da tempo nel territorio, che sono quello che sono grazie al lavoro svolto sul campo, conosciute per quel che hanno prodotto. E se candidatura sarà, non sarà certo un "regalo di", per intenderci, ma un premio per quel che hanno prodotto». Nulla da dire sulla Bonino, per carità, donna di esperienza e affidabile, ma «la vera donna nuova della politica italiana a cui guardare è Renata», sostiene l`esponente del Pdl. Ha un plus che le deriva da alcuni elementi dirompenti: è stata la prima donna a capo di un sindacato, e per giunta di destra, come l`Ugl, capace di farsi apprezzare nonostante la morsa della triade Cgil-Cisl-Uil. Ha chiuso trattative difficili sia sotto Prodi (ricordate la vertenza dei sindacalisti arrabbiati con Bersani?), che sotto Berlusconi in un ambiente tradizionalmente maschile come quello sindacale senza complessi psicologici o condizionamenti. Per questo, secondo me, sfonderà ben oltre il centrodestra. E poi, per quel che mi riguarda, mi piace il filo di continuità con il nostro mondo: in Renata vedo la sostanza umana e politica di tutta una generazione di valenti esponenti del centrodestra femminile: donne del fare e non dell`apparire».
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