Riscritto il Ddl svuota carceri. Primo stop al "liberi tutti". La Lega: ci hanno ascoltato

Dalla Rassegna stampa

 

La legge con la previsione di far scontare ai detenuti l’ultimo anno ai domiciliari cambia faccia e diventa un po’ meno "svuota-carceri" anche se restano le perplessità della Lega Nord. Il provvedimento, voluto dal ministro della giustizia Angelino Alfano e criticato duramente la scorsa settimana dal titolare del Viminale, è stato in realtà modificato dal Governo che ha accolto alcune delle proposte della Lega Nord. Il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo ha infatti presentato tre emendamenti che ricalcano altrettante richieste del Carroccio. Innanzitutto cade l’automatismo nell’assegnazione dei domiciliari per chi deve scontare l’ultimo anno di pena. Dovrà essere il giudice di sorveglianza a valutare caso per caso l’assegnazione delle misure cautelari a domicilio. In sostanza dovrà essere un magistrato a valutare se per ogni soggetto ci sono gli estremi perché venga applicata la misura. E queste valutazioni dovranno tener conto della pericolosità o meno del detenuto e della possibilità che questi possa ancora delinquere. Si introduce poi la valutazione dell’idoneità del domicilio. Il Carroccio infatti aveva fin da subito sollevato la questione del domicilio per quanti, clandestini o senza fissa dimora, che una volta fuori dal carcere sarebbero di fatto incontrollabili dal momento che non possono indicare una residenza certa. La relazione del magistrato dunque è corredata da un verbale di accertamento dell’idoneità del domicilio. In base a questo viene anche esclusa l’ipotesi che il domicilio nel quale l’immigrato sconta l’ultimo anno possa essere il Cie. Esclusi dal beneficio i condannati per reati più gravi come terrorismo, criminalità organizzata, prostituzione minorile, violenza sessuale, omicidio e per i detenuti sottoposti al 41 bis.
Inoltre, se una volta tornano a casa, il detenuto si allontana dal domicilio, si torna in carcere con un aumento di pena che, nei casi più gravi, può arrivare a tre anni. È inoltre contemplata l’esigenza, indicata anche questa con forza da Maroni, di adeguare l’organico di polizia penitenziaria per fronteggiare l’emergenza. Stralciata infine la parte relativa alla messa in prova presso i servizi sociali con il voto favorevole i tutti i gruppi, tranne quello della radicale Rita Bernardini.
Proprio l’ipotesi di allargare quest’istituto alla popolazione adulta, oggi viene applicato unicamente ai minori, aveva sollevato parecchie perplessità e dubbi. C’è senza dubbio soddisfazione nella Lega Nord per le modifiche al testo, lo stesso ministro Maroni ha accolto bene le novità uscite ieri dalla commissione, anche se il Carroccio chiede altre modifiche e non scioglie le riserve espresse sul testo fin da subito. «Sono state accolte alcune istanze che avevamo posto sin dall’inizio come la cessazione dell’automatismo dell’ultimo anno a casa, l’accertamento della pericolosità da parte del magistrato e il potenziamento delle forze dell’ordine» dice Nicola Molteni, componente leghista in commissione giustizia alla Camera. «Finalmente - dice anche Matteo Brigandì, capogruppo per la Lega Nord in commissione - non si parla più sic et simpliciter di prendere i detenuti e portarli a casa. Ora bisognerà fare i conti con l’oste e l’oste in questo caso sono i magistrati!. Per Brigandì, inoltre, «è evidente che non ci può scoppiare in mano una situazione insostenibile ma non si può trovare un escamotage all’ultimo minuto per risolvere il problema». Quindi Brigandì ricorda che «in carcere ci sono 26 mila persone in attesa di giudizio al termine del quale una buona parte di questi esce dalla galera perché non ha fatto nulla. Quindi
l’autostrada è fare i processi e liberare gli innocenti».
Il Carroccio, tra l’altro, sta valutando anche di presentare subemendamenti, il termine scade oggi, con ulteriori "paletti" ad esempio sulla questione dell’idoneità del domicilio. Positivo, naturalmente, il commento del Pdl: Enrico Costa prevede un «percorso snello» per il disegno di legge e parla di un testo «molto equilibrato» che «bilancia le garanzie di sicurezza con l’esigenza di sfoltire le carceri». Così com’è stato riscritto il testo raccoglie anche il commento positivo dell’opposizione. E arriva anche il giudizio positivo dell’Associazione nazionale magistrati: «prendiamo atto con favore - dice il presidente Luca Palamara - che gli emendamenti recepiscono le osservazioni formulate dall’Anm in sede di audizione davanti alla commissione giustizia».

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