"Riforme o sarà Grecia anche qui"

Bossi a tutto campo. Ieri ha parlato di politica, politica economica, giornali e, soprattutto, federalismo. Da fare ad ogni costo, senza pensare alle elezioni anticipate. I conti, Bossi, se li è già fatti bene sul suo elettorato reale e potenziale e punta solo alle riforme. Un po’, ma neanche troppo, stressato per le "beghe fra Fini e Berlusconi". Sul federalismo fiscale il senatur gioca la sua carta per mantenere ed accrescere il suo consenso. Non ci sono se e ma, il federalismo va fatto, senza tentennamenti o rinvii.
"Serve il federalismo fiscale altrimenti l’Italia fa la fine della Grecia", ha esagerato Bossi, intervistato ieri a Radio radicale, "è assolutamente necessario". Sulle elezioni anticipate, ventilate dalla stampa ma di fatto non bramate da nessuno del centrodestra, Bossi ha tagliato corto: "Le elezioni non si faranno, se non le vuole la Lega la lega non le vuole.
Voglio solo fare il federalismo". Un atteggiamento spavaldo e forte come il suo solito che da un lato si appoggia sui numeri delle elezioni amministrative appena passate, e dall’altro preme per fare ciò per cui la Lega è stata votata dal suo elettorato, senza che si rischino giochi politici che potrebbero rallentare l’iter di costituzione dei federalismo. Già su L’Opinione alcuni esponenti leghisti avevano sollevato, il giorno dopo lo strappo di Fini, la questione politica di un eventuale rallentamento nell’applicazione del federalismo fiscale, soprattutto a vantaggio delle regioni del nord, "assetate", avevano detto, "di riforme in senso federalista.
Lo abbiamo promesso e lo manterremo, costi quel che costi". E poi ha parlato anche di Fini, del suo distacco dal leader dei Pdl. Interrogato su cosa ne pensi, secondo lui, il presidente della Camera sul federalismo, Bossi non ha avuto dubbi: "Penso di sì, penso che Fini sotto sotto sia d’accordo. Adesso è tutto preso a cercare di tamponare le beghe avvenute con Berlusconi e quindi si lascia andare a ragionamenti ai quali non crede nemmeno lui. Sa anche lui", ha concluso il ragionamento, "che occorre fare il federalismo fiscale. Serve come il pane, altrimenti l’Italia fa la fine della Grecia, è assolutamente necessario", ha poi sottolineato ancora il ministro per le Riforme e leader indiscusso della Lega. Appoggiato in toto dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. "Deresponsabilizzazione, corruzione e disservizi: sono queste le conseguenze che dobbiamo attenderci se non riusciremo a introdurre il federalismo fiscale in questo Paese", ha detto Zaia, "assisto con sgomento a comportamenti di persone autorevoli nell’ambito delle Istituzioni, che stanno tirando il freno a mano perché impaurite dalla Lega, che sul federalismo fiscale fa sul serio. Ricordo a tutti", ha concluso, "che un’alternativa non esiste". Anche il neo governatore del Piemonte, Roberto Cota, ha espresso il suo pensiero sul federalismo, la sua applicazione e i ‘freni’ di cui si è parlato in questi giorni in casa Pdl. "Noi pensiamo a noi, vale a dire ad andare avanti nella direzione giusta". Il governatore del Piemonte ha poi parlato brevemente del suo incontro di ieri cor ‘ presidente della Camera Gianfranco.”E’ stato un incontro istituzionale, principalmente perchè sto lasciando il mio incarico di capogruppo della Lega Nord a Montecitorio. Abbiamo avuto uno scambio di idee sul federalismo e soprattutto su tutti i vantaggi che questo provvedimento comporterebbe".
Ancora Bossi. Dopo aver parlato di federalismo, elezioni, necessità delle riforme e pericoli della non applicazione del nuovo fisco, ha esternato anche sugli attacchi al presidente della Camera, avvenuti a mezzo stampa proprio ieri. Stemperando i toni e, velatamente, dando un consiglio a Fini su come prendere per il verso giusto le parole dei giornalisti e gli attacchi, anche personali, spiattellati in prima pagina sulle testate nazionali.
"lo vengo attaccato quotidianamente anche sul piano personale. Un politico deve far finta di niente, farsi scivolare tutto addosso...", ha detto, tagliando corto, il leader padano.
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