Riforma della giustizia riparte lo scontro in aula

Riprende tra le polemiche l'iter parlamentare delle leggi sulla «prescrizione breve» e sulla responsabilità civile delle toghe: due norme contestate su cui opposizione e maggioranza, domani, si daranno battaglia nell'Aula di Montecitorio.
Bollata come «emblematica dell'ossessione giudiziaria di Silvio Berlusconi», la norma sulla prescrizione breve riduce i tempi di prescrizione per gli incensurati non ancora condannati in primo grado: da qui l'accusa di essere stata cucita su misura per il premier, nonostante la «promessa» del ministro Alfano di rinunciare alle cosiddette leggi ad personam. L'altra, introdotta tra le pieghe della legge comunitaria attraverso l'emendamento del leghista Gianluca Pini, amplia la responsabilità civile dei magistrati estendendola dalle ipotesi attuali di dolo o colpa grave ad ogni «violazione manifesta del diritto» compresa l'errata interpretazione della norma. «Una misura pensata contro le toghe», tuona l'opposizione con l'eccezione della Radicale Rita Bernardini che vota a favore insieme a Lega, Pdl e Iniziativa Responsabile. Dura anche la reazione dell'Associazione Nazionale Magistrati che affida al suo presidente, Luca Palamara, il suo commento. «Ancora una volta - dice a nome delle toghe - assistiamo a un intervento episodico, contingente, svincolato da quelle che sono reali emergenze della giustizia e dettato esclusivamente dalla volontà di intimidire i magistrati nello svolgimento della loro attività». La levata di scudi del Pd, che definisce la norma «punitiva», Idv che parla di «riformine» per il premier e Terzo Polo che denuncia «quotidiane forzature giudiziarie dell'esecutivo», sembra indurre il leghista Pini a una mezza apertura. «Sto pensando a emendamenti per migliorare la norma», dice. E chissà se tra gli aspetti sui quali può aprirsi il confronto c'è anche quello che preoccupa molti: il costo per le casse pubbliche. L'ampliamento dei casi di responsabilità, infatti, comporterà maggiori spese per lo Stato a cui toccherebbe risarcire ogni singola violazione, salvo poi rivalersi sul magistrato che comunque è sempre coperto da assicurazione. «Argomento su cui - annuncia il finiano Lo Presti - si dovranno dare chiarimenti». Le critiche delle opposizioni e delle toghe vengono ovviamente respinte dalla maggioranza. Pdl e Lega difendono il carattere generale delle nuove norme, non mancando di ribadire l'accusa ad almeno una parte della magistratura di perseguire fini politici con le loro inchieste sul premier. «Non c'è alcun cittadino - commenta il deputato del Pdl Maurizio Paniz che ha presentato l'emendamento sulla prescrizione breve - che può volere che incensurati e recidivi siano trattati allo stesso modo. E poi la norma non si applicherebbe ai processi di secondo e terzo grado, quindi non avrebbe effetto sui processi pendenti». E sul dibattito di domani aggiunge: «sono sereno, come chi ha argomenti forti».
A rendere ancor più incandescente il clima sulla giustizia è anche il conflitto di attribuzione per il caso 'Ruby': dopo l'ok della Giunta per le autorizzazioni, martedì sarà al vaglio della Giunta per il regolamento della Camera e potrebbe presto arrivare in Aula. Una corsa contro il tempo, nella consapevolezza che le udienze seguite dalla stampa e dalle televisioni di mezzo mondo, rischiano di diventare un micidiale processo mediatico con effetti pericolosi per la maggioranza nella imminente tornata di elezioni amministrative.
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