Ridateci il provocatore. Per stupire avrebbe dovuto confessare moglie e prole

Marco Pannella, fondatore del Partito radicale nel 1955, ha fatto outing: «Sono legato da 40 anni a Mirella (Paracchini, ndr), ma ho avuto tre, quattro uomini che ho amato molto. Non c’è mai stata alcuna gelosia con lei. Potevamo avere, e avevamo, anche altre storie». Per ammettere ufficialmente ciò che in realtà era noto ufficiosamente a moltissimi ha scelto il numero di Chi in edicola oggi. In un’intervista
rilasciata al direttore del Tg5 Clemente Mimun, il leader politico ha ripercorso i suoi 80 anni appena compiuti (auguri sinceri) e vissuti sempre col gusto della provocazione libertaria e, a quanto pare, libertina.
In quest’ultimo caso, parlare di provocazione pare eccessivo e fuori luogo. Omosessualità, bisessualità, transessualità, coppie di fatto, coppie aperte e chi più ne ha più ne metta non suscitano alcuno scalpore, fanno parte del panorama. Nessuno giudica gli uomini e le donne per quello che sono o fanno dalla cintola in giù, e l’omofobia è avviata con passo fermo verso la discarica della storia, tranne in regimi fermi all’età della pietra come quello cubano. Come si comporta la gente sotto le coperte è argomento ormai di interesse pari a zero, salvo per alcune frange di editorialisti sedicenti custodi della moralità accampati per lo più nelle redazioni della Repubblica o dell’ Unità. Questo cambiamento del costume nazionale, l’omosessualità come scelta naturale e non peccaminosa, è anche merito delle battaglie radicali. Che hanno avuto un successo tale da ribaltare la situazione, per cui le trasgressioni di un tempo in alcuni ambienti sono divenute la regola, anzi non esibirle vuol dire passare per un bacchettone grigio e noioso, se non proprio per un povero sfigato tout court.
Di storie, comunque, a Pannella ne sono state attribuite parecchie. Sia con uomini (niente nomi, ma basta dare una sbirciatina alle alte sfere del partito, spesso scaricate all’improvviso) sia con donne. Prima fra tutte l’eterna compagna di lotta, Emma Bonino. La quale, non molto tempo fa, tenne a precisare: «Non mi sono mai innamorata di lui, e neanche lui di me, per nostra fortuna non abbiamo mai avuto complicazioni di tipo sentimentale o sessuale». Ma c’è dell’altro. Le mancate nozze, ad esempio: «Non mi sono mai sposato, ma arrivai alle pubblicazioni con Bianca, una ragazza che conobbi a Pavia. Però era troppo innamorata, pendeva dalle mie labbra, non poteva funzionare». Ecco perché Pannella ha scelto la convivenza aprendo un’altra strada per le generazioni future. E poi la paternità, forse l’unica parte davvero sorprendente dell’intervista: «ConMirella ci abbiamo riflettuto tanto ad avere un figlio. Ma io non ne ho mai avuto voglia. Anche se ho un forte dubbio su una ragazza che conobbi tanti anni fa, Gabriella. Chissà se non ci sia un cinquantenne in giro che mi somiglia fin troppo». Non ci permettiamo di giudicare: però nei suoi panni il dubbio ci avrebbe fatto stare molto male. E chissà se questa indifferenza affidata alle parole corrisponde ai veri sentimenti...
Comunque sia, riassumiamo. Marco Pannella, anni ottanta. Leader del Partito radicale. Bisessuale, convivente in coppia di fatto ma aperta, scarso interesse per la prole: il ritratto della normalità borghese,
non solo progressista, aggiornata al 2010. A quanto pare, nonostante il bavaglio sulla bocca in tivù, nonostante i mille scioperi della fame, nonostante la minaccia di bere la propria urina, nonostante le catene ai polsi davanti alla Rai, nonostante le continue lamentele per l’esclusione dal dibattito, nonostante tutto questo, i radicali nel campo della pubblica morale hanno vinto su tutta la linea.
La prova? Quasi quasi sarebbe stato più scioccante se Marco Pannella avesse annunciato di essere eterosessuale, sposato da cinquant’anni, del tutto fedele e con almeno cinque figli.
rilasciata al direttore del Tg5 Clemente Mimun, il leader politico ha ripercorso i suoi 80 anni appena compiuti (auguri sinceri) e vissuti sempre col gusto della provocazione libertaria e, a quanto pare, libertina.
In quest’ultimo caso, parlare di provocazione pare eccessivo e fuori luogo. Omosessualità, bisessualità, transessualità, coppie di fatto, coppie aperte e chi più ne ha più ne metta non suscitano alcuno scalpore, fanno parte del panorama. Nessuno giudica gli uomini e le donne per quello che sono o fanno dalla cintola in giù, e l’omofobia è avviata con passo fermo verso la discarica della storia, tranne in regimi fermi all’età della pietra come quello cubano. Come si comporta la gente sotto le coperte è argomento ormai di interesse pari a zero, salvo per alcune frange di editorialisti sedicenti custodi della moralità accampati per lo più nelle redazioni della Repubblica o dell’ Unità. Questo cambiamento del costume nazionale, l’omosessualità come scelta naturale e non peccaminosa, è anche merito delle battaglie radicali. Che hanno avuto un successo tale da ribaltare la situazione, per cui le trasgressioni di un tempo in alcuni ambienti sono divenute la regola, anzi non esibirle vuol dire passare per un bacchettone grigio e noioso, se non proprio per un povero sfigato tout court.
Di storie, comunque, a Pannella ne sono state attribuite parecchie. Sia con uomini (niente nomi, ma basta dare una sbirciatina alle alte sfere del partito, spesso scaricate all’improvviso) sia con donne. Prima fra tutte l’eterna compagna di lotta, Emma Bonino. La quale, non molto tempo fa, tenne a precisare: «Non mi sono mai innamorata di lui, e neanche lui di me, per nostra fortuna non abbiamo mai avuto complicazioni di tipo sentimentale o sessuale». Ma c’è dell’altro. Le mancate nozze, ad esempio: «Non mi sono mai sposato, ma arrivai alle pubblicazioni con Bianca, una ragazza che conobbi a Pavia. Però era troppo innamorata, pendeva dalle mie labbra, non poteva funzionare». Ecco perché Pannella ha scelto la convivenza aprendo un’altra strada per le generazioni future. E poi la paternità, forse l’unica parte davvero sorprendente dell’intervista: «ConMirella ci abbiamo riflettuto tanto ad avere un figlio. Ma io non ne ho mai avuto voglia. Anche se ho un forte dubbio su una ragazza che conobbi tanti anni fa, Gabriella. Chissà se non ci sia un cinquantenne in giro che mi somiglia fin troppo». Non ci permettiamo di giudicare: però nei suoi panni il dubbio ci avrebbe fatto stare molto male. E chissà se questa indifferenza affidata alle parole corrisponde ai veri sentimenti...
Comunque sia, riassumiamo. Marco Pannella, anni ottanta. Leader del Partito radicale. Bisessuale, convivente in coppia di fatto ma aperta, scarso interesse per la prole: il ritratto della normalità borghese,
non solo progressista, aggiornata al 2010. A quanto pare, nonostante il bavaglio sulla bocca in tivù, nonostante i mille scioperi della fame, nonostante la minaccia di bere la propria urina, nonostante le catene ai polsi davanti alla Rai, nonostante le continue lamentele per l’esclusione dal dibattito, nonostante tutto questo, i radicali nel campo della pubblica morale hanno vinto su tutta la linea.
La prova? Quasi quasi sarebbe stato più scioccante se Marco Pannella avesse annunciato di essere eterosessuale, sposato da cinquant’anni, del tutto fedele e con almeno cinque figli.
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