Riconoscimento in dirittura

Un tassello determinante si aggiunge all’iter per il riconoscimento delle associazioni rappresentative a livello nazionale delle professioni non regolamentate. La Conferenza nazionale dei Servizi istituita dal ministero di giustizia, ministero politiche comunitarie e ministero dello sviluppo economico ha infatti dato parere favorevole per l’ammissione dell’Ancot nell’elenco che dovrà essere istituito come sancito dall’art, 26 del dlgs 206/2007. Si tratta di un importante passo in avanti per l’Associazione Nazionale Consulenti Tributari e che si concretizzerà con l’emanazione di un decreto interministeriale come previsto dalla normativa che recepisce la direttiva comunitaria.
«E’ con grande orgoglio e soddisfazione», ha dichiarato il presidente dell’Ancot Arvedo Marinelli, «che il CoLAP presieduto da Giuseppe Lupoi mi ha comunicato che la Conferenza nazionale dei servizi ha riconosciuto la valenza della nostra Associazione, affermando anche che l’attività da noi svolta non è in sovrapposizione con quella svolta dagli iscritti all’Albo Unico. Restiamo ora in attesa dell’ultimo atto formale dell’iscrizione dell’Ancot al registro delle Associazioni presso il ministero di giustizia così come prevede la direttiva comunitaria. Dopo aver ricevuto il parere favorevole del Cnel, l’ulteriore conferma di idoneità da parte della Conferenza Nazionale dei Servizi dimostra come la nostra associazione abbia tutte le carte in regola per essere iscritta, al pari di altre associazioni professionali, al registro del dicastero della Giustizia». L’importante risultato raggiunto non distoglie tuttavia l’attenzione da parte dei vertici dell’Ancot dall’impegno finalizzato alla definizione di una normativa sul riordino delle professioni.
A tal proposito proprio nei giorni scorsi era stato organizzato dal Partito Radicale un sit in davanti alla sede del ministero della giustizia al quale ha preso parte anche l’Ancot per protestare contro la mancata convocazione agli Stati generali delle professioni. L’Associazione, forte della sua esperienza e dell’acclarata rappresentatività, ha continuato dunque a dimostrare tenacia e determinazione affinché si possa concretizzare un confronto concreto e costruttivo per la definizione di una normativa per il riordino delle professioni. «Chiediamo al ministro con forza e a viva voce di essere ascoltati non al termine delle consultazioni con gli ordini, ma insieme a loro per far ascoltare le nostre proposte», ha dichiarato il presidente dell’Ancot Arvedo Marinelli, «perché da oltre venticinque anni ci battiamo per uno sviluppo equo del mondo delle professioni che, al fianco degli ordini professionali, rappresenta un mondo associativo costituito da numerosi giovani, oggi quasi esclusivamente laureati, che attendono da anni un riconoscimento a beneficio e garanzia della qualità e degli utenti». Opinione sostenuta anche da Dino Agostini, presidente della Fondazione Ancot il quale ha sottolineato come negli anni «la società e il sistema socio-economico siano cambiati, si siano evoluti, facendo sorgere, sia da parte delle imprese sia da parte dei cittadini, l’esigenza di nuovi servizi e professionalità che prima non c’erano. Queste nuove figure professionali, fino ad oggi ignorate dal legislatore italiano, sono in grado di offrire servizi sempre più rispondenti alle esigenze dell’utenza finale e fanno parte del tessuto economico con un ruolo rilievo al pari dei professionisti iscritti agli ordini. Le associazioni come l’Ancot oggi svolgono un’importante funzione di garanzia verso l’utente grazie all’autoregolamentazione che esse, a tal fine, si sono date. Basta citarne alcune quali, ad esempio, l’obbligo della polizza assicurativa a favore dei propri clienti, il rispetto del codice deontologico e, soprattutto, l’obbligo della formazione professionale continua. Proprio a tal fine, riconoscendo nella formazione continua lo strumento di maggiore garanzia verso l’utenza, è stata istituita la Fondazione Centro studi e formazione Ancot il cui scopo principale è la divulgazione e l’incentivazione alla formazione di tutti i professionisti del settore contabile-amministrativo, siano essi iscritti o meno a ordini, albi o collegi. In tal senso dev’essere visto il rapporto di collaborazione con la Scuola superiore di economia e delle finanze».
«E’ con grande orgoglio e soddisfazione», ha dichiarato il presidente dell’Ancot Arvedo Marinelli, «che il CoLAP presieduto da Giuseppe Lupoi mi ha comunicato che la Conferenza nazionale dei servizi ha riconosciuto la valenza della nostra Associazione, affermando anche che l’attività da noi svolta non è in sovrapposizione con quella svolta dagli iscritti all’Albo Unico. Restiamo ora in attesa dell’ultimo atto formale dell’iscrizione dell’Ancot al registro delle Associazioni presso il ministero di giustizia così come prevede la direttiva comunitaria. Dopo aver ricevuto il parere favorevole del Cnel, l’ulteriore conferma di idoneità da parte della Conferenza Nazionale dei Servizi dimostra come la nostra associazione abbia tutte le carte in regola per essere iscritta, al pari di altre associazioni professionali, al registro del dicastero della Giustizia». L’importante risultato raggiunto non distoglie tuttavia l’attenzione da parte dei vertici dell’Ancot dall’impegno finalizzato alla definizione di una normativa sul riordino delle professioni.
A tal proposito proprio nei giorni scorsi era stato organizzato dal Partito Radicale un sit in davanti alla sede del ministero della giustizia al quale ha preso parte anche l’Ancot per protestare contro la mancata convocazione agli Stati generali delle professioni. L’Associazione, forte della sua esperienza e dell’acclarata rappresentatività, ha continuato dunque a dimostrare tenacia e determinazione affinché si possa concretizzare un confronto concreto e costruttivo per la definizione di una normativa per il riordino delle professioni. «Chiediamo al ministro con forza e a viva voce di essere ascoltati non al termine delle consultazioni con gli ordini, ma insieme a loro per far ascoltare le nostre proposte», ha dichiarato il presidente dell’Ancot Arvedo Marinelli, «perché da oltre venticinque anni ci battiamo per uno sviluppo equo del mondo delle professioni che, al fianco degli ordini professionali, rappresenta un mondo associativo costituito da numerosi giovani, oggi quasi esclusivamente laureati, che attendono da anni un riconoscimento a beneficio e garanzia della qualità e degli utenti». Opinione sostenuta anche da Dino Agostini, presidente della Fondazione Ancot il quale ha sottolineato come negli anni «la società e il sistema socio-economico siano cambiati, si siano evoluti, facendo sorgere, sia da parte delle imprese sia da parte dei cittadini, l’esigenza di nuovi servizi e professionalità che prima non c’erano. Queste nuove figure professionali, fino ad oggi ignorate dal legislatore italiano, sono in grado di offrire servizi sempre più rispondenti alle esigenze dell’utenza finale e fanno parte del tessuto economico con un ruolo rilievo al pari dei professionisti iscritti agli ordini. Le associazioni come l’Ancot oggi svolgono un’importante funzione di garanzia verso l’utente grazie all’autoregolamentazione che esse, a tal fine, si sono date. Basta citarne alcune quali, ad esempio, l’obbligo della polizza assicurativa a favore dei propri clienti, il rispetto del codice deontologico e, soprattutto, l’obbligo della formazione professionale continua. Proprio a tal fine, riconoscendo nella formazione continua lo strumento di maggiore garanzia verso l’utenza, è stata istituita la Fondazione Centro studi e formazione Ancot il cui scopo principale è la divulgazione e l’incentivazione alla formazione di tutti i professionisti del settore contabile-amministrativo, siano essi iscritti o meno a ordini, albi o collegi. In tal senso dev’essere visto il rapporto di collaborazione con la Scuola superiore di economia e delle finanze».
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