Riccardi: verifica dei Comuni sull'Ici della Chiesa

Dalla Rassegna stampa

Divampa su internet e dentro i partiti la polemica sull'esenzione dell'Ici per gli immobili della Chiesa. E dopo un'intensa giornata di botta e risposta tra favorevoli e contrari ecco a fine serata la dichiarazione del ministro per la Cooperazione e l'Integrazione, Andrea Riccardi: «Credo - dice intervistato da Lucia Annunziata su Rai Tre - che le attività di culto, culturali della Chiesa siano una ricchezza per il Paese e quindi l'Ici-l'Imu non va pagata. Per quelle che possono essere le attività commerciali gestite dalla Chiesa, dai religiosi, dalle associazioni cattoliche vigilino i Comuni o chi è preposto a questo per vedere se l'imposta viene pagata e intervenga. Inutile fare una grande battaglia. Si tirino fuori i casi, si valuti caso per caso e si intervenga: se c'è stata mala fede - conclude - si prendano le misure necessarie».

Tema su cui si dibatte da quando Silvio Berlusconi ne decise l'abolizione ma che oggi - di fronte alle misure lacrime e sangue della manovra -, è di grandissima attualità tanto che in meno di 24 ore l'appello lanciato da MicroMega che chiede di eliminare i privilegi sull'Ici dagli immobili della Chiesa cattolica ha superato 50.000 firme. «È scandaloso - ha scritto Barbara Spinelli sul sito della rivista che la Chiesa italiana chieda più equità nella manovra, e non sia sfiorata dal dubbio che anche lei debba contribuire ai sacrifici chiesti agli italiani».

Il dibattito nei partiti
Nel Pd le posizioni sono diverse. «I patrimoni immobiliari della Chiesa, come quelli di altre organizzazioni destinati all'assistenza e a scopi umanitari, dovrebbero essere protetti dalla tassazione. Ma sugli immobili che determinano un profitto credo che anche la Chiesa debba fare la sua par- te», sostiene Ignazio Marino. Intanto venti deputati Pd (primi firmatari Concia e Esposito) hanno presentato una mozione ad hoc, mentre il vicecapogruppo Pd romano, Fabrizio Panecaldo, presenterà lunedì in Campidoglio un'ordine del giorno per chiedere al Governo di imporre l'Imu al patrimonio immobiliare del Vaticano adibito ad uso esclusivamente commerciale».

«L'Ici sui locali commerciali - dice Beppe Fioroni - la Chiesa già la paga, in base ad una norma voluta dal governo Prodi», ma all'ex ministro sembra rispondere indirettamente Marco Cappato, dai radicali: solo a Milano, dice, sarebbero 17 le strutture ricettive ecclesiastiche che si dichiarano esenti dall'Ici.

«Altre 23 strutture non pagano né fanno dichiarazione», secondo quanto risulta dall'elenco reso noto dal consigliere comunale radicale «sulla base delle informazioni fornite su mia richiesta dall'amministrazione comunale». Giorgio Merlo, invece, spera «che il segretario Bersani non raccolga questa ventata laicista e che non aderisca alla moda, ricorrente, di colpire la Chiesa per rispondere ad un singolare e curioso istinto "progressista"». Non va meglio nel Pdl: Gabriella Giammanco chiede «un sacrificio alla Chiesa per aiutare i pensionati e chi, con tanti sacrifici, è riuscito ad acquistare una casa», mentre il collega Stefano Saglia si allarma: «Sulla tassazione degli immobili alla Chiesa cattolica il Pdl dovrebbe avere una posizione unitaria» e contrastare le «mistificazioni laicista». Denis Verdini e Nunzia De Girolamo spingono in direzione opposta e alla fine Silvio Berlusconi si chiama fuori. Dice: «Io non d'accordo, ma lascerò libertà di coscienza ai membri del mio partito». Fli, dal canto suo, presenta un emendamento per l'istituzione presso il Ministero dell'Economia di una Commissione paritetica mista Stato-Chiesa cattolica e altre confessioni religiose per individuare di comune accordo le fattispecie che danno luogo a esenzioni dall'imposta sugli immobili (ex Ici) mentre Idv e Sel sono nette: nessuno sconto.

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