Respinto il ricorso fuori la lista del Pdl. Polverini: sos al Colle

La lista del Pdl resta fuori dalla scheda elettorale, nella provincia di Roma, per le prossime elezioni regionali nel Lazio. Di chi è la colpa? Secondo Renata Polverini, meno ecumenica nelle ultime note, «la colpa è dei Radicali che ci hanno impedito fisicamente di presentare le liste» .
Quello che all'inizio sembrava un muretto burocratico superabile si sta rivelando una montagna. Dopo che i due uomini del Pdl romano sabato non sono riusciti a presentare in tempo utile le
liste in tribunale, anche il ricorso presentato all'Ufficio centrale circoscrizionale ieri è stato respinto per «non luogo a provvedere». In sintesi: come si fa a pronunciarsi su qualcosa che
non c'è? Parte della documentazione è rimasta in possesso dei due rappresentanti del Pdl, il grosso del materiale - i faldoni con le firme - era invece tristemente sul pavimento, «prigioniero» nell'area del tribunale preposta per la presentazione delle liste. L'altra sera, su richiesta dei vertici del Pdl, i carabinieri l'hanno posto sotto sequestro. Ora il Pdl presenterà ricorso alla Corte d'appello regionale che si pronuncerà entro domani, per poi provare con Tar e il Consiglio di Stato (in quest'ultimo caso ci potrebbe anche essere il rischio rinvio elezioni).
Ma la candidata alla presidenza della Regione del centrodestra, Renata Polverin, per la prima volta tesa in questa campagna elettorale («ma non sono per niente depressa» giura), crede talmente poco nell'ipotesi che possa essere accolto il ricorso da dire due cose illuminanti. La prima: «Faccio appello al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, perché intervenga. La burocrazia non può limitare la democrazia». La seconda: «Se non ci sarà il Pdl, gli elettori romani potranno votare la lista civica Polverini». Da una parte si chiede un intervento da molto in alto perché difficilmente un giudice potrà dare ragione, dall'altra si prepara ilpiano B, per buonapace di chi era nella lista del Pdl e aveva già cominciato a spendere anche budget da centomila euro perla campagna elettorale. Anche il sindaco Gianni Alemanno ha tentato la strada dell'appello al presidente della Repubblica: «Ho appena finito di firmare una lettera al capo dello Stato in cui,
come sindaco, chiedo che tutti i cittadini romani e del Lazio possano avere la possibilità di esprimere il diritto di votare. La realtà del Pdl e i suoi consensi non possono essere cancellati con un atto burocratico. Rivendichiamo il diritto a votare». Attacca Nicola Zingaretti, Pd: «Trovo stupefacente che ci si appelli al presidente della Repubblica e ai magistrati non per difendere un diritto, ma per cercare di coprire un abuso».
Ieri, subito dopo la nuova tegola arrivata dal tribunale, al comitato Polverini è stata convocata una conferenza stampa un po' anomala. Con militanti, (non)candidati, applausi quasi fosse un
comizio, battibecchi con la stampa. Il Pdl ha provato a serrare le fila dopo le inevitabili tensioni interne causate anche da foto e filmati che viaggiano su internet con frasi colorite dei rappresentati («sono uscito e ne ho approfittato per magnà qualcosa»). Vincenzo Piso ha presentato la sua ricostruzione dei fatti: i nostri delegati, Giorgio Polesi e Alfredo Milioni, sono entrati in tribunale alle 11.25, sono finiti fuori a causa di tafferugli creati ad arte. Tesi del Pdl: la documentazione doveva essere accolta, solo in un secondo momento avrebbero dovuto verificare se era stata presentata in ritardo. Ci è stato impedito fisicamente di presentare le liste. «Ma perché - sibila uno dei candidati - allora non abbiamo fatto una denuncia penale?». Cesare Cursi, uno degli uomini del Pdl, dice: «Ora speriamo che prevalga il buon senso».
Ieri il Pdl non ha fatto solo un appello al capo dello Stato, ma anche alla piazza, annunciando una grande manifestazione per il 4 marzo (la frase di Piso sulla mobilitazione, «il rispetto bisogna guadagnarselo»). E gli avversari? Emma Bonino, candidata del centrosinistra, ha spiegato: «La lista del Pdl semplicemente non è stata presentata. La legge deve valere per tutti. Non vorrei che, dopo tante leggi ad personam nelle prossime ore assistessimo anche a delle leggi ad listam». Replica irritata della Polverini: «Ho sempre pensato che i Radicali fossero coloro che difendono la democrazia contro qualsiasi tipo di burocrazia: me ne devo ricredere».
© 2010 Il Mattino. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments