I replicanti

Sui telefonini di quattro minorenni di Quarto Oggiaro, arrestati per rapine varie, gli investigatori hanno trovato dei filmati in cui, mitra in spalla e torso nudo, gli adolescenti mimavano la scena simbolo di Gomorra. Escluderei che abbiano preso in mano il libro di Saviano: due di essi non sono mai stati neppure a scuola. Ed è assai probabile che non abbiano neanche visto il film di Garrone, solo quell'immagine ripetuta ossessivamente per mesi e mesi da tutte le tv.
È possibile che un'opera indirizzata al bene produca in certe menti l'effetto contrario, esaltando proprio ciò che intendeva denunciare?
Sì, e lo sapevamo già. Quel che invece continuiamo a sottovalutare è la potenza devastante delle immagini. Nella vita come nell'arte, si dà troppo peso alle parole e troppo poco al linguaggio muto delle figure. Mentre soltanto l'icona visiva arriva a tutti, senza distinzioni di classe né mediazioni culturali. Una foto volgare fa più danni di una poesia volgare e una scena di violenza di un racconto di violenza. Perciò nelle tragedie greche il male veniva evocato, ma mai mostrato sul palco. Gli antichi non erano più ipocriti di noi, forse soltanto un po' più saggi.
© 2011 La Stampa. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU