Renata nel Lazio, Emma a Roma

La Polverini con le ali al vento in tutta la Regione, la Bonino "illusa" per ore dal voto di Roma città. La sfida che consegna al Centrodestra la presidenza della Regione dopo lo scandalo Marrazzo si è giocata per tutta la notte sui dati, sideralmente lontani, tra centro e periferia. La candidata radicale voluta dal Centrosinistra ha coltivato a lungo il sogno della vittoria contando sui numeri che piovevano dai quartieri guidati del Campidoglio: circa il 54,16 per cento dei voti - alla fine - contro il 45,25 per cento della rivale. Ma non appena si metteva il naso "fuori porta" a caccia di percentuali la musica cambiava: la sindacalista dell’Ugl lanciata dal Centrodestra ha prevalso non solo a Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo, ma ha fatto suoi, in termini di consensi, decine di comuni nell’area metropolitana. La lista del Pdl, esclusa nella Capitale e nella sua provincia, non era sulle schede. Eppure le bandiere azzurre della coalizione costruita attorno Popolo della Libertà ora sventolano ad Anzio, Ardea, Guidonia, Mentana. Nettuno, Ladispoli,
Cerveteri, Pomezia e perfino a Fiumicino.
Emma Bonino, da sempre anima del Partito Radicale insieme all’istrionico Pannella, scelta a suo tempo da Berlusconi come commissario Europeo, ha conquistato a Roma circa 598 mila voti. Renata Polverini si è fermata attorno a quota 493 mila. La partita, se il terreno di scontro fosse stato limitato al territorio comunale, sarebbe stata bella che chiusa. Ma il Lazio – mare e montagna, commercio e servizi, industria
e agricoltura, edilizia e turismo, ricchezza e povertà - ha mille sfaccettature: una metropoli, nonostante il "dettaglio" d’essere da centoquaranta anni la capitale del Paese, può non raccontarla e non misurarla per intero. I numeri lo confermano. Roma a parte, la Bonino e il Centrosinistra, stando ai dati ormai definitivi, non sono riusciti a vincere in nessuna delle altre quattro province della regione. La radicale si afferma di un soffio a Civitavecchia (circa il 50,7 per cento), a Frascati (59,12 per cento) e a Genzano, storico municipio "rosso", dove ottiene il 62,6 e passa. Ma nel resto del Lazio la macchina elettorale del Centrodestra, evidentemente, ha marciato a testa bassa. Ironie e alchimie della politica: la parziale esclusione del Pdl, con la folle vicenda delle liste, dei ricorsi e dei controricorsi, ha probabilmente provocato un effetto imprevedibile ma dirompente. I candidati di Centrodestra di Latina, di Frosinone, di Rieti e di Viterbo, con ben poche speranze di arrivare alla Pisana se ci fosse stata la rivalità del Popolo della Libertà romano, hanno capito che avevano l’occasione della vita e l’hanno colta al volo.
La Polverini ha beneficiato del loro lavoro "ventre a terra" incassandone i dividendi. Il 63,27 per cento dei voti a Latina. Il 60,81 a Frosinone e dintorni. Il 56,03 a Rieti. Il 54,32 a Viterbo e nei comuni che spaziano da Montalto alla bassa Tuscia fino al lago di Vico e ai Monti Cimini. Un successo, non del tutto prevedibile alla vigilia, che si conferma anche nei paesi e nelle cittadine che gravitano su Roma. Il Centrodestra attorno alla Capitale ha quasi sbancato: 60,9 per cento ad Ardea, 60,4 ad Anzio, 58,5 a Mentana, 54,4 a Velletri. 54 e spicci a Fiumicino, 55 a Cerveteri, 57 a San Cesareo, 54,5 a Ladispoli. C’è anche un significativo 5 1 ,22 a Guidonia, seconda località più popolosa del Lazio e sede del Centro Agroalimentare, i nuovi mercati generali.
Il Centrosinistra e la Bonino, a notte fonda, puntavano le residue speranze di vittoria sulle ultime sezioni di Roma città. Ma il vantaggio ottenuto nel Comune, segnale che certo non farà felice il Sindaco Alemanno, non è bastato a compensare la "frana" nel resto del Lazio. Il Pd e gli alleati hanno prevalso in diciassette dei diciannove Municipi. II Centrodestra è avanti solo nel XX (Cassia) e nell’VIII (Casilino, Torre Angela, Tor Bella Monaca).
Un candidato radicale, ricorsi della Storia, è tornato insomma ad affermarsi nella città del Papa, dove cent’anni fa fu sindaco Ernesto Nathan. La battaglia però era più vasta e complessa: il Tevere e la sterminata periferia, da Boccea al Casilino, erano solo uno degli obbiettivi. La bolgia delle liste aveva trasformato la sfida del Pdl in una corrida. Ma alla fine Renata Polverini, forte di una pattuglia di neoconsiglieri che arriveranno --questa volta sì - da tutto il Lazio, succede a Piero Marrazzo, l’ex presidente della Regione travolto dalla cocaina e dalle umane debolezze
Cerveteri, Pomezia e perfino a Fiumicino.
Emma Bonino, da sempre anima del Partito Radicale insieme all’istrionico Pannella, scelta a suo tempo da Berlusconi come commissario Europeo, ha conquistato a Roma circa 598 mila voti. Renata Polverini si è fermata attorno a quota 493 mila. La partita, se il terreno di scontro fosse stato limitato al territorio comunale, sarebbe stata bella che chiusa. Ma il Lazio – mare e montagna, commercio e servizi, industria
e agricoltura, edilizia e turismo, ricchezza e povertà - ha mille sfaccettature: una metropoli, nonostante il "dettaglio" d’essere da centoquaranta anni la capitale del Paese, può non raccontarla e non misurarla per intero. I numeri lo confermano. Roma a parte, la Bonino e il Centrosinistra, stando ai dati ormai definitivi, non sono riusciti a vincere in nessuna delle altre quattro province della regione. La radicale si afferma di un soffio a Civitavecchia (circa il 50,7 per cento), a Frascati (59,12 per cento) e a Genzano, storico municipio "rosso", dove ottiene il 62,6 e passa. Ma nel resto del Lazio la macchina elettorale del Centrodestra, evidentemente, ha marciato a testa bassa. Ironie e alchimie della politica: la parziale esclusione del Pdl, con la folle vicenda delle liste, dei ricorsi e dei controricorsi, ha probabilmente provocato un effetto imprevedibile ma dirompente. I candidati di Centrodestra di Latina, di Frosinone, di Rieti e di Viterbo, con ben poche speranze di arrivare alla Pisana se ci fosse stata la rivalità del Popolo della Libertà romano, hanno capito che avevano l’occasione della vita e l’hanno colta al volo.
La Polverini ha beneficiato del loro lavoro "ventre a terra" incassandone i dividendi. Il 63,27 per cento dei voti a Latina. Il 60,81 a Frosinone e dintorni. Il 56,03 a Rieti. Il 54,32 a Viterbo e nei comuni che spaziano da Montalto alla bassa Tuscia fino al lago di Vico e ai Monti Cimini. Un successo, non del tutto prevedibile alla vigilia, che si conferma anche nei paesi e nelle cittadine che gravitano su Roma. Il Centrodestra attorno alla Capitale ha quasi sbancato: 60,9 per cento ad Ardea, 60,4 ad Anzio, 58,5 a Mentana, 54,4 a Velletri. 54 e spicci a Fiumicino, 55 a Cerveteri, 57 a San Cesareo, 54,5 a Ladispoli. C’è anche un significativo 5 1 ,22 a Guidonia, seconda località più popolosa del Lazio e sede del Centro Agroalimentare, i nuovi mercati generali.
Il Centrosinistra e la Bonino, a notte fonda, puntavano le residue speranze di vittoria sulle ultime sezioni di Roma città. Ma il vantaggio ottenuto nel Comune, segnale che certo non farà felice il Sindaco Alemanno, non è bastato a compensare la "frana" nel resto del Lazio. Il Pd e gli alleati hanno prevalso in diciassette dei diciannove Municipi. II Centrodestra è avanti solo nel XX (Cassia) e nell’VIII (Casilino, Torre Angela, Tor Bella Monaca).
Un candidato radicale, ricorsi della Storia, è tornato insomma ad affermarsi nella città del Papa, dove cent’anni fa fu sindaco Ernesto Nathan. La battaglia però era più vasta e complessa: il Tevere e la sterminata periferia, da Boccea al Casilino, erano solo uno degli obbiettivi. La bolgia delle liste aveva trasformato la sfida del Pdl in una corrida. Ma alla fine Renata Polverini, forte di una pattuglia di neoconsiglieri che arriveranno --questa volta sì - da tutto il Lazio, succede a Piero Marrazzo, l’ex presidente della Regione travolto dalla cocaina e dalle umane debolezze
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