Renata a braccio teso mi deve chiedere scusa

Io, berlusconian-socialista, dovrei essere giulivo per l’esito delle regionali; tuttavia, non tutto quadra. Girando comune per comune il Vallo di Diano e il Cilento, per sostenere due craxiani genetici, Stefano Caldoro ed Antonio Episcopo, ho avuto la fortuna di incontrare tanti liberalsocialisti, persone speciali e davvero perbene: da Franco Celentano esperto di cinghiali, funghi e parchi, fino a Gerardo lannone, fratello in Craxi e in Mosè; dagli amici di Celle di Bulgheria, berlusconiani candidi, che al mattino ringraziano l’Altissimo, la Madonna e san Silvio, sino al pizzaiolo di Benedetto XVI, al secolo Filippo Mauro, che, a Sapri, in onore del socialista Carlo Pisacane, sforna una margherita alla mozzarella di bufala, a dir poco paradisiaca. Filippo, almeno due volte all’anno, viene convocato in Vaticano e a Grottaferrata, per deliziare i palati del cardinal Bertone, della Curia e del Pontefice, benché papa Benedetto, a detta del pizzaiolo di Dio, risulti sempre il meno vorace.
In un famoso sketch, alla spalla che gli propone: «Adesso, parliamo di politica», Totò, con allegro cinismo, si sfrega le mani ed esclama: «Bene, adesso, si mangia». La politica, in effetti, anche quella integerrima, quand’è campagna elettorale, dalle piazze e dalle sale dei convegni trova sempre il fatale estuario a tavola.
Il volto umano delle campagne elettorali è che, insieme ai mariuoli, incontri gente che produce con passione e con arte, o politici tutt’altro che politicanti, anzi, generosi e dediti, a spese loro, alla causa: Nicola Valente di Centola, un soldo di cacio - il suo cane è più alto di lui impegnato da mane a sera nel de bello civile locale; Antonio Rinaldi, titolare dell’hotel Il Gabbiano, di Palinuro, piazzato a tavolino, a disegnare strategie per conquistare al berlusconismo financo Marina di Camerota, habitat dove i preti son compagni tutto rock e martello. Francesco Morandi, romagnolo trapiantato, ristoratore di livello, scettico sulla provvidenzialità della politica, si accontenterebbe, ironicamente, di un guiderdone per gli indigeni, i quali, in cambio, con vestimenta tipici, danze e balli tradizionali, potrebbero intrattenere col folklore nativo i turisti civilizzati. Insomma, ho sperimentato l’humanitas campana - questa è la regione dove il bene è altrettanto grande del male - sino all’empireo artigianale di Aniello Quattrociocchi e fratelli, che, lavorazione tutta a mano, sfrnano le pipe di radica più apollinee e, talvolta, più dionisiache del mondo.
Il male oscuro del politicantismo alligna non solo nel centrosinistra, tipo certi potentati del centrodestra campano, che, per favorire i propri cooptati, ricattano sindaci e assessori, arrivando all’oscenità di promettere, a pochi giorni dal voto, assunzioni in posti appena inventati e improbabili, a chiunque sia detentore di un pacchetto di voti.
E’ sempre lo schifo della scarpa di scambio: oggi ti do la sinistra come viatico della destra, se il voto andrà nella direzione indicata. In tutt’Italia, gli ultimi, in tutti i sensi, spesso, arrivano primi, scavalcando chi merita. Non c’entra il Vangelo, bensì la mala politica.
A proposito di meritocrazia negletta, in ragione del più impudente farnilismo è stato candidato ed eletto, a furor di popolo, il figlio di un politico di razza come Umberto Bossi. Fatto è che si tratta di progenie impari, definita «trota» dal genitore medesimo, perché incapace di prendere uno stupido diploma, in un Paese in cui un titolo di studio non è stato rifiutato neppure a Di Pietro. Tuttavia, il corollario più intollerabile è giunto da Renata Polverini, beccata dal grande Umberto Pizzi da Zagarolo, mentre, per festeggiare la vittoria sulla Bonino, fa il saluto romano.
La mano tesa, insieme al pugno chiuso, è simbolo di Stato di polizia, disumanità, razzismo, odio, insomma, il contrario esatto dell’amore e del liberalismo predicati da Berlusconi. Renata, graziata da Silvio, o ti dimetti, hic et nunc; o chiedi scusa a quanti, come me, ti hanno votata, pensando di far vincere il Popolo della libertà, certo non il partito delle leggi razziali.
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