Regolarizzazione del lavoro «nero» Ministero in confusione

Dalla Rassegna stampa

Molte domande di emersione dal lavoro irregolare, presentate con la sanatoria del 2009, sono state rigettate a seguito della cosiddetta "circolare Manganelli", secondo cui il reato di mancato ottemperamento all'ordine di lasciare il territorio dello Stato non consente la regolarizzazione. Il Consiglio di Stato, con due sentenze del 2 e del 10 maggio 2011, recepisce la giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, basata sulla Direttiva 2008/115/CE, riammettendo le domande respinte per colpa dell'interpretazione ostativa di cui sopra. Il 24 maggio, il ministero dell'Interno emana una circolare in cui, per evitare ulteriori condanne a pagare i risarcimenti e le spese processuali, raccomanda agli Sportelli Unici di adeguarsi alle nuove disposizioni che di fatto rimuovono l'ostacolo alla regolarizzazione. Queste sagge indicazioni del ministero dell'Interno, purtroppo, durano solo due giorni e rischiano di sparire del tutto: una seconda circolare del 26 maggio dispone, infatti, di sospendere temporaneamente le precedenti indicazioni. L'incredibile comportamento è stato denunciato dalla segretaria confederale della CGIL Vera Lamonica secondo la quale «la sospensione di un atto, peraltro dovuto, la dice lunga sullo stato dì confusione e di pressapochismo in cui ormai versa il ministero dell'Interno in materia di immigrazione. Viene spontaneo pensare anche alla consueta e propagandistica strumentalità, orientata più alla campagna elettorale in atto che alla soluzione dei problemi delle persone. Chiediamo al ministro di risolvere questo stato di gestione confusionale e di ripristinare da subito diritto e buon senso». E sarebbe ora.

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