Regione, Fazzone si è dimesso ma non lo ha detto al Senato

Dalla Rassegna stampa

 

E alla fine Claudio Fazzone si dimise. Lo aveva fatto il 12 maggio alle 17.58, ma aveva preferito non dire niente a nessuno. Non lo avevano scosso neppure le polemiche in consiglio regionale. dove gli avevano rimproverato di non essersi dimesso visto che è senatore: e non lo aveva turbato neppure il Senato che stava per dare il via alla procedura di decadenza perché non si può essere senatore e consigliere regionale allo stesso momento.
Si è ricordato di fare sapere che aveva scritto la lettera di dimissioni solo ieri, dopo che in agenzia è uscita la notizia che «a seguito della mancata opzione del senatore Claudio Fazzone, eletto consigliere regionale del Lazio, la Giunta delle elezioni del Senato ha stabilito all’unanimità di attivare la procedura di decadenza dal seggio parlamentare ai sensi dell’articolo 18 del regolamento di verifica dei poteri». In pratica, il senatore del Pdl, Fazzone, che aveva anche presieduto il primo consiglio regionale, rischia di perdere il seggio in Senato perché non ha superato la situazione di incompatibilità. Ecco, però, che alle 18.01 di ieri - 18 maggio- il presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese prende tutti di sorpresa e spedisce un comunicato in cui annuncia una notizia vecchia di sei giorni: «Il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, comunica di aver ricevuto in data 12.05.2010 le dimissioni del senatore Claudio Fazzone dalla carica di consigliere regionale». Insomma, anche se non lo avevano detto a nessuno, Fazzone subito dopo avere fatto il presidente del Consiglio regionale si era dimesso, per cui - è la tesi di Fazzone (Pdl) l’uomo più votato alle ultime regionali - «la procedura di decadenza attivata oggi dalla Giunta per le Elezioni del Senato è superata dai fatti e frutto di un disguido». Fazzone sostiene di avere letto solo ieri mattina la sollecitazione del presidente della giunta del Senato, Follini. «Ma in ogni caso tale sollecitazione indirizzata giovedì scorso per l’esercizio dell’opzione sarebbe stata non necessaria, in quanto avevo già ottemperato all’impegno assunto di fronte alla stessa Giunta a dimettermi dalla carica di consigliere regionale. Cosa puntualmente avvenuta mercoledi 12 maggio alle ore 17:58, come attesta anche la nota diramata dalla presidenza del Consiglio regionale del Lazio». La lettera di dimissioni di Fazzone ieri non è stata resa pubblica. Commentano dal Pd: «L’arroganza senza limiti fa brutti scherzi». L’avvocato Gianluigi Pellegrino del Movimento difesa dei cittadini osserva: «E’
evidente che questa è una elusione della legge, anche se formalmente la si rispetta. Emma Bonìno, al contrario, si è dimessa subito da consigliere regionale rinunciando ad ogni indennità». Ma perché il presidente Abbruzzese ha atteso sei giorni prima di spiegare che Fazzone si era dimesso? «La lettera
l’ho vista solo oggi pomeriggio. Era arrivata al segretario generale il 12 maggio, c’è il timbro del protocollo a dimostrarlo».

© 2010 Il Messaggero. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK