La Regione dice addio a quindici associazioni

Il loro destino ora è appeso al voto del consiglio regionale. La lista dei club più o meno illustri (enti e associazioni nazionali e internazionali) ai quali la Regione Liguria è iscritta in questo momento, ma che verranno inesorabilmente tagliati, è arrivata in giunta il 29 dicembre, antivigilia del Capodanno.
E, con il contributo determinante di relazione tecniche presentate dai singoli assessorati, si è deciso quali sono le adesioni che vale la pena di conservare e quali sono le sigle che si potrebbero abbandonare, risparmiando la quota associativa annuale.
Una cosa è certa: l’importo delle quote annue per le 15 associazioni ritenute alla fine "non strategiche" non è solo simbolico, malgrado sia percentualmente risibile nell’enormità dei tagli: il conto finale dei risparmi sarà di 121 mila euro e spiccioli. E allora delle due l’una: o negli anni scorsi quei soldi sono stati spesi inutilmente, oppure (sotto la scure dei tagli) si va a perdere qualcosa che renderà più povera la Liguria.
Il presidente Claudio Burlando ammette: molte delle adesioni si sono rinnovate automaticamente anno dopo anno, senza alcun controllo e spesso senza alcun beneficio. «Sono scelte compiute nel corso degli anni dal consiglio regionale, con maggioranze diverse - dice il problema è che fino ad oggi si pensava ogni anno di partire da una situazione di fatto, spese consolidate alle quali si potevano aggiungere nuove spese. Oggi è il contrario: e se ci troviamo a tagliare qualcosa come 150 milioni da un bilancio, si deve iniziare da ciò che non è indispensabile».
Come dire: la decisione di recedere da alcune associazioni e salvarne altre (poche) non comporta alcun giudizio di valore: la Conferenza delle regioni periferiche e marittime Crpm con sede a Rennes è sicuramente un organismo internazionale prestigioso, ma 22 mila euro annui che da Genova prendono la strada della Francia senza contropartite tangibili, in tempi di vacche magre, sono troppi. Ancora, nessuno discute il valore dell’Istituto internazionale di diritto umanitario di Sanremo («Privato, indipendente e senza fini di lucro») che dal 1970 ha sede a Villa Nobel, però i 10 mila euro versati lo scorso anno sono diventati un lusso: quindi, tagliati anche quelli.
Salvata invece, soprattutto per opportunità politica e coerenza, l’adesione a un’altra realtà sociale e umanitaria, l’associazione "Nessuno tocchi Caino" contro la pena di morte: l’adesione è stata decisa lo scorso anno e mentre si dibatte sul caso Sakineh sarebbe davvero uno schiaffo al buongusto fare già marcia indietro.
Tutto è discutibile: risparmiare i 450 euro dell’iscrizione all’Associazione italiana per la navigazione Aipcn, all’interno di un bilancio miliardario, è un segnale forte o un atto inutile? Ancora, i temi della portualità, della sicurezza e della cultura sono evidentemente centrali, ma era altrettanto centrale un’adesione formale (e non gratuita) alle associazioni ed enti (vedere lista qui accanto) ai quali nel corso degli anni la Regione Liguria aveva detto sì? Tutto è opinabile, tutto sarà discusso in sede di consiglio regionale. Però, nel frattempo, in giunta è stata raggiunta l’unanimità sui quindici candidati al taglio.
«Sì, ho dato voto favorevole anche all’abrogazione delle due associazioni che riguardano il comparto vinicolo - dice l’asssessore all’Agricoltura Barbagallo - sulla base del parere dei tecnici. Ma questo non significa che la Regione intenda sottovalutare l’importanza di questo settore fondamentale né vuol mettere in discussione la serietà delle due associazioni: semplicemente i tecnici hanno valutato la nostra adesione "non strategica"». La spesa non è controbilanciata da un ritorno immediato, 121 mila euro si risparmiano anche così.
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