Regione, Bonino non si arrende. "Non mi distrarrò, sono utile al Lazio"

Dalla Rassegna stampa

 

«Ci ho pianto, ci ho pianto moltissimo. E ho provato tanta rabbia per quella sconfitta. Sono di famiglia sabauda e mi hanno insegnato che certe emozioni si tengono dentro».
Confessa la vicepresidente del Senato, Emma Bonino di aver sofferto per il risultato elettorale che ha consegnato alle regionali la vittoria al centrodestra, guidato da Renata Polverini.
«Sono convinta che abbiamo combattuto una battaglia non democratica perché la campagna è stata fatta da Berlusconi in persona che quando ha capito la posta in gioco ha monopolizzato tutti gli spazi possibili,
facendo un’occupazione manu militari delle tv - chiosa la Bonino che a 40 giorni dalle elezioni torna a parlare delle regionali al convegno organizzato all’Eur dal Pd "Roma e il Lazio, un impegno che continua".
E assicura che non si distrarrà dalla Capitale e che terrà alta l’attenzione sul territorio «proprio per questo - dice - ritengo di avere maggiore agibilità stando in Senato in una triangolazione con i consiglieri regionali eletti». E già si è messa al lavoro "la secchiona" Emma. «Abbiamo stanato Alemanno sulla manovra con Tremonti - dice - E abbiamo fatto ricorso alla Corte dei Conti per danno erariale sulla possibilità che il consiglio del Lazio passi da 70 a 73 consiglieri».
Un dibattito organizzato per riflettere sì sul risultato elettorale ma anche per capire quali saranno i futuri passi da muovere sullo scacchiere politico per riportare la gente al voto e per fare una proficua opposizione.
Fa autocritica il senatore Riccardo Milana. «Non abbiamo governato il Lazio nella giusta maniera e non abbiamo fatto quello che le persone si aspettavano. Non c’è una categoria con la quale abbiamo parlato durante la campagna elettorale che parlasse bene degli assessori che avevano governato. Ci chiedevano un segno di discontinuità, un cambio radicale».
Poi ammette: «Basta al balletto dei vecchi nomi o a chi ha fatto il modello Roma, guardiamo ai giovani e ai talenti che abbiamo nel partito». Fa poi un affondo sulla cosiddetta "luna di miele" dei primi 100 giorni di governo: «Ne sono passati poco meno della metà e già la Polverina ha avuto una falsa partenza che vedrà il rimpasto di giunta». E riflette invece sui motivi della sconfitta il senatore, che proviene dalle fila dell’ex Margherita, Lucio D’Ubaldo: «Emma Bonino ha combattuto una battaglia impari. Sbaglia chi pensa sia stato il voto dei cattolici a determinarne la sconfitta. Il vero motivo risiede piuttosto nel grande connubio, senza alcun discrimine a destra, tra Udc e Pdl». Al convegno, diretto dal consigliere municipale
Vincenzo Vecchio e al quale ha partecipato anche l’assessore provinciale Patrizia Prestipino, tutti d’accordo su uno dei punti fermi della battaglia di Emma: la campagna per la trasparenza. «Facciamo un’anagrafe pubblica per i nostri eletti regionali -propone la Bonino e intanto andiamo avanti con una proposta di legge di iniziativa popolare». E siccome il partito non è una chiesa», dice la senatrice, suggerisce ai militanti del Pd di iscriversi anche a quello radicale. «E se lo statuto del Pd lo permettesse, non avrei problemi a prenderne la tessera», ammette Emma com’è nel suo stile, sincera e schietta.

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