Regionali, primo verdetto: dilaga l'astensionismo. Affluenza in calo di 7 punti

Niente pollini né acari. L’allergia primaverile degli italiani è alle urne. Elettorali, s’intende. Poco importa che sia stata una splendida domenica delle Palme,con temperature finalmente in linea con la stagione in corso. E figuriamoci se sia stata l’ora legale ad aver frenato la corsa ai seggi, per via delle lancette spostate avanti di un’ora. Il dato politico è un altro ed è chiaro, incontrovertibile, tranne che oggi ci sorprenda un drastico cambio di rotta. Per adesso, insomma, a vincere è l’astensionismo.
L’andazzo allarmante s’intuisce sin dal mattino. Alle 12, infatti, solo un italiano su dieci, in media, è già entrato in cabina: 10, 19% il dato diffuso dal Viminale - che non contempla Toscana, Marche, Calabria e Puglia, che comunicano autonomamente i riscontri relativi al proprio territorio - quasi tre punti sotto rispetto al 2005, quando si superò il 13 percento. Alle 19 la storia si ripete, anzi peggiora, visto che il calo è ancora più evidente, arrivando a segnare il 7 per cento. Cinque anni fa, alle precedenti Regionali, l’affluenza fu del 41,96%, mentre nel tardo pomeriggio di ieri si è fermata al 34,9%, rileva il ministero degli Interni.
Dato negativo più lieve, invece, per Provinciali e Comunali (flessione di circa tre punti). In controtendenza la provincia dell’Aquila: in netto calo in mattinata (alle 12 aveva votato solo l’8,6%), l’affluenza alle 19 ha segnato un 35,6%, oltre 3 punti in più rispetto a 5 anni fa.
Il tonfo più evidente si registra nel Lazio (complice, è evidente, l’esclusione della lista del Pdl per Roma e provincia), dove vota il 31,5% degli elettori, in calo di 9,5 punti rispetto alle precedenti consultazioni omologhe (41% cinque anni fa). Ancora peggio va però nella Capitale, dove si reca ai seggi solo il 29,5% degli aventi diritto, a fronte del 38,8% del 2005 (flessione del 9,3%). Ma il trend negativo, in linea generale, accomuna tutte le 13 regioni in ballo, in maniera tutto sommato bipartisan. Basti pensare che nelle rosse Emilia Romagna, Umbria e Marche la temperatura elettorale segna un meno 8 per cento.
Va un po’meglio in Lombardia, Liguria, Toscana, Puglia (-7%), Piemonte, Calabria (-6%), Veneto. Basilicata, Campania (-5%). Ciascuno commenterà a modo suo. E la politica, bellezza. Ma su un punto si registra (quasi)l’unanimità: alle urne si va con un look casual, senza distinzioni tra maschietti (fa eccezione Giulio Andreotti, in cappotto lungo) e femminucce.
Qualche esempio? Partiamo da Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani. Il premier si presenta quasi a mezzogiorno in via Scrosati, a Milano, in giacca scura e camicia di una tonalità un po’ più chiara, aperta sul collo, mentre il segretario del Pd (pullover girocollo color carta da zucchero su camicia azzurra a righette), alle 11 è a Piacenza, accompagnato dalla moglie Daniela e dalla figlia Elisa. Giorgio Napolitano si reca invece in via Panisperna, al rione Monti, vicino alla sua abitazione privata e a due passi dal Colle, alle cinque del pomeriggio, insieme alla consorte Clio. Strette di mano con i componenti del seggio e il
capo dello Stato rientra al Quirinale. Umberto Bossi vota poco più tardi alla scuola don Orione di via Fabriano, nel capoluogo lombardo, nei pressi del quartier generale leghista.
E se Ignazio La Russa, sempre a Milano,va a votare in maglione scuro, camicia chiara sbottonata, pantaloni beige e, a ricoprire il tutto un giubbetto da ragazzo in gita in moto, anche Pier Ferdinando
Casini non viene meno alla moda da weekend. Per il leaderUdc -nella Capitale con la moglie Azzurra e i figli Caterina e Francesco -jeans azzurro chiaro e camicia ton sur ton, anche se in giacca scura. Look rilassato pure per Antonio Di Pietro. Da Curno, nel Bergamasco, descrivono così il presidente dell’Idv: pantaloni grigi, maglione nero e candida camicia.
Infine le signore. Scelte diverse per le due candidate alla guida del Lazio. Renata Polverini ,nella sezione
di San Saba, vota in jeans attillati, stretti da cintura alta e borchiata, e camicia bianca fit. Emma Bonino
si presenta in via Giulia sfoggiando colori sgargianti: giacca rosa carico e immancabile pashmina gialla al collo, stesso look che compare sui suoi manifesti.
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